TAIWAN – Taipei. Se da un lato Taipei vuole relazionarsi con Pechino senza ulteirori nuove contrapposizioni, dall’altro il timore dell’invasione comunista è sempre percepito a livello politico e militare.
Taiwan ha intenzione di ritirare le truppe da due isolotti vicino alla Cina continentale e intende trasformare il vecchio campo di battaglia in un’attrazione turistica per migliorare le relazioni con Pechino. I due piccoli isolotti, Tatan e Ertan, fanno parte dell’arcipelago Kinmen controllato da Taiwan posto a sud est della Cina e attualmente presidiate da circa 120 soldati. Il governatore di Kinmen, Lee Wuo-shih, ha discusso il piano per le due isole con il ministro senza portafoglio Lin Cheng-ze. «Il ministro ha in linea di principio accettato il nostro piano di ritiro delle truppe dai due isolotti (…) una volta che il piano sarà completato, sarà un altro segnale importante del miglioramento delle relazioni tra Taiwan e il continente», Lee ha detto all’Afp. I due isolotti, che insieme hanno una superficie di poco più di un chilometro quadrato sono circa quattro chilometri da Xiamen. Mentre i due isolotti potrebbero presto essere prive di soldati, non vi è alcuna indicazione che Taiwan cessi il suo presidio sull’isola di Kinmen, in cui il numero esatto dei soldati presenti resta un segreto. Lee si è detto fiducioso che i resti di una feroce battaglia avvenuta del 1950 sui due isolotti fortificati potrebbe attirare visitatori provenienti da Taiwan e dalla Cina continentale. Secondo le autorità militari di Taiwan, una guarnigione taiwanese di 30 soldati ha spazzato più di 700 soldati cinesi che cercavano di sbarcare sulle isole fortificate dopo un intenso bombardamento di artiglieria nel luglio del 1950. La battaglia fu parte dei tentativi del partito comunista cinese di invadere Taiwan, rifugio delle truppe guidate da Chiang Kai-shek, alla fine di una guerra civile nel 1949.
Anche se i tentativi di pacificazione tra Pechino e Taipei continuano, il vecchio motto “si vis pace para bellum” ha ancora un fondamento di validità nei rapporti tra i due stati cinesi. il governo taiwanese ha speso 7,6 miliardi dollari per nuove attrezzature militari e aeromobili in funzione anticinese. L’elenco comprende 12 Lockheed Martin P-3C Orion (ristrutturato), velivolo da pattugliamento marittimo (valore 1,96 miliardi di dollari), 30 Boeing AH-64E Apache Longbow, elicotteri d’attacco (2,53 miliardi di dollari) e 60 Sikorsky UH-60M Black Hawk elicotteri multiruolo (3.100 milioni di dollari). Per il governo di Taipei proteggere Taiwan è diventato un compito sempre più difficile abitata ormai da 23 milioni di persone, vista la modernizzazione militare della vicina Cina che comincia a minacciare lo status quo del potere militare degli Stati Uniti e giapponese nella regione.