Regno Unito: nasce la sanità territoriale

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«Esso ti fornirà tutta l’assistenza medica, odontoiatrica e infermieristica. Ognuno – ricco o povero, uomo, donna o bambino – lo può usare. Non c’è niente da pagare, tranne per poche prestazioni speciali.  Non è un’organizzazione assicurativa. E neppure una forma di carità. Tu stai già pagando per questo, soprattutto come contribuente, e ciò ti solleverà dalle preoccupazioni finanziarie nel momento della malattia». C’era scritto così nel volantino che annunciava alla popolazione inglese la nascita di un Servizio Sanitario Nazionale (National Health Service, NHS) completamente nuovo: universalistico, gratuito, finanziato attraverso la fiscalità generale.

La normativa abolisce Strategic Health Authorities e Primary Care Trusts e offre un controllo maggiore sui budget di cura e le decisioni messa a medici e altri professionisti sanitari, in sostanza Le competenze dei SHA e PCT (che corrispondono più o meno alle nostre regioni e alle nostre ASL) passeranno nelle mani dei medici di medicina generale riuniti in consorzi e affiancati da altre professionalità, in stretta collaborazione con le comunità locali e le autorità municipali. Nasce dunque la sanità territoriale. La filosofia che sta dietro la riforma è quella di creare un legame stretto tra la cosa pubblica e i cittadini in modo tale da innescare un meccanismo virtuoso di responsabilizzazione sia in termini di qualità che di appropriatezza di domanda di prestazioni, il tutto ovviamente conditoda un bel taglio dei costi del sistema sanitario inglese. Secondo il ministro della Sanità Andrew Lansley, serviranno 1,7 miliardi di euro, ma per gli economisti i conti non tornano e stimano i costi della riforma in 3,5 miliardi di euro, cioè il doppio. I risparmi, invece, secondo il Governo, saranno invece di 2 miliardi di euro all’anno sul costo del lavoro e di altri 14 miliardi derivanti dalla migliore gestione delle risorse nei prossimi 10 anni. La legge per ora però nonostante le sbandierate qualità non piace alle organizzazioni professionali rappresentative dei medici, infermieri e altri lavoratori del NHS che hanno aderito alle contestazioni dei politici dell’opposizione, anch’essi contrari al nuovo NHS. Molte le critiche anche da alcuni leader democratici-liberali. Contrari anche i sindacati che hanno detto che non avrebbero fatto cadere nel vuoto la loro opposizione al disegno di legge. «Continueremo a dura campagna per cercare di mitigare i peggiori eccessi di questo disegno di legge», ha detto il segretario generale Unison Dave Prentis, aggiungendo che i ministri stanno ignorando l’«ondata di opposizione» alle proposte. «I pazienti avranno un duplice servizio sanitario e dove vivono determinerà dell’assistenza sanitaria ricevuta». I membri di Unison, che rappresenta più di un milione di lavoratori del settore pubblico, tenuto un minuto di silenzio davanti al Parlamento per protestare contro le modifiche.