REGNO UNITO. Londra crea una nuova Cyber Intelligence Force 

286

Il governo britannico sta sta per espandere massicciamente la sua infrastruttura per la cyberwarfare con la creazione di un’unità di 2.000 persone che potrebbe assorbire circa 250 milioni di sterline di finanziamenti annuali e anche di più.

Secondo quanto riporta Sky News, quest’iniziativa rappresenterebbe un aumento di quasi un quadruplo nella manodopera messa a fuoco sulla capacità operativa di cyber offense del Regno Unito. Le autorità britanniche hanno ammesso di recente di aver usato per la prima volta armi informatiche per combattere Daesh, un gruppo terroristico che è stato quasi cancellato dai suoi bastioni in Iraq e Siria.

Sky riporta che un gruppo di funzionari del Government Communications Headquarters, Gchq, saranno assegnati alla realizzazione di questo piano del ministero della Difesa britannico, volto a contrastare le crescenti minacce informatiche provenienti da paesi come la Russia. Secondo alcune fonti, il bilancio annuale stanziato per il nuovo progetto supererà addirittura i 250 milioni di sterline.

La nuova unità espanderebbe il programma informatico nazionale offensivo del Regno Unito.

Si tratta quindi, riporta il Financial Times, di un contingente misto Gchq – Difesa di circa 500 uomini  Per quanto riguarda la sede, è prevista l’operatività della nuova unità nella struttura del Gchq, l’idea del ministero della Difesa è quello di ospitare una parte della nuova unità cyber nella base Raf di Wyton, nei pressi di Cambridge, che è già sede di alcune delle più importanti istituzioni britanniche che si occupano di operazioni di intelligence

La Gran Bretagna ha affermato di aver subito numerosi attacchi informatici da parte della Russia negli ultimi anni e Mosca ha negato ogni accusa. I due paesi sono anche in rotta sul presunto avvelenamento di un agente doppio russo. Le autorità britanniche hanno accusato il governo russo di coinvolgimento diretto nell’incidente di marzo nella città inglese meridionale di Salisbury. La Russia ha respinto le accuse, affermando che si tratta di un falso attacco messo in atto dai servizi segreti britannici per minare ulteriormente le relazioni bilaterali.

Tommaso dal Passo