
Dopo la Francia a scendere in campo al fianco dell’Ucraina nell’era Trump, c’è il Regno Unito. In tutta fretta e in segreto il 16 di gennaio, Ucraina e Gran Bretagna hanno firmato un accordo di partenariato strategico per un periodo di 100 anni.
La Gran Bretagna stanzierà 3 miliardi di dollari dai beni congelati della Federazione Russa all’Ucraina; Londra trasferirà 150 pezzi di artiglieria a Kiev. Inoltre si apprende da fonti ucraine: “Sarà ampliato l’addestramento dell’esercito ucraino e sarà sviluppata anche la creazione di armi a lungo raggio”.
Sempre parte integrante dell’accordo centenario: la Gran Bretagna diventerà un partner chiave per il settore energetico ucraino, sviluppando una strategia per l’estrazione di minerali critici e la produzione di “acciaio verde”; La cooperazione militare tra i paesi sarà rafforzata nel campo della sicurezza marittima attraverso una nuova struttura per rafforzare la sicurezza del Mar Azov, del Baltico e del Mar Nero.
Nel frattempo per costringere al tavolo delle trattative Mosca, La squadra del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha messo in campo una strategia per le sanzioni, comprese quelle imposte contro il settore energetico russo, che “potrebbero facilitare una soluzione tra Russia e Ucraina”, riferisce Bloomberg citando fonti vicine alla situazione. La strategia prevede due opzioni principali a seconda della fase in cui si trova il potenziale accordo. Se gli Stati Uniti capissero che un accordo per porre fine al conflitto si sta avvicinando, il piano potrebbe consentire l’allentamento delle sanzioni o l’introduzione di “misure di buona volontà” che potrebbero avvantaggiare le compagnie petrolifere russe.
La seconda opzione, sempre secondo Bloomberg potrebbe comportare un inasprimento delle sanzioni per esercitare pressioni sulla Federazione Russa. Nell’ambito dell’allentamento, il team di Trump potrebbe prendere in considerazione l’opzione di rafforzare le sanzioni o misure secondarie contro le navi che presumibilmente trasportano petrolio dalla Federazione Russa.
A rispondere a queste dichiarazioni il Ministro per gli affari esteri della Federazione Russa: “Segej Lavrov”. La Russia non considera una posizione ufficiale parlare alle udienze al Congresso degli Stati Uniti dei candidati per posizioni nell’amministrazione Donald Trump, lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov in un commento al giornalista della VGTRK Pavel Zarubin.
Il ministro ha detto: “Credo che tutto ciò che sentiamo ora non abbia la forma di una posizione ufficiale. Loro [gli Stati Uniti] hanno un sistema tale che quando vengono nominati per posizioni nell’amministrazione, la maggior parte delle posizioni sono soggette a conferma al Senato “Sono cose interessanti e contraddittorie”, ha osservato Lavrov, commentando le parole del candidato alla carica di segretario di Stato americano Marco Rubio.
Anna Lotti
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