REGNO UNITO. Green Economy e deforestazione

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La Green Economy tanto cara al Regno Unito sta portando, grazie anche alle imprese britanniche alla distruzione delle foreste di palme in Malesia. Le compagnie aeree britanniche preferiscono il carburante per aeromobili sostenibile, che è ottenuto da oli vegetali usati e fondamentalmente, questi oli vengono importati dai paesi asiatici.

La Malesia rappresenta la quota maggiore delle importazioni di questo prodotto e l’esportazione di olio da cucina “usato” dalla Malesia al Regno Unito supera il volume di tutti gli oli vegetali prodotti nel paese. Negli ultimi anni, l’industria dell’olio di palma ha introdotto diverse misure per combattere la deforestazione nelle aree di produzione. L’olio di palma è uno dei tanti motori della deforestazione. È quindi fondamentale separare la catena di approvvigionamento dalla deforestazione.

Analizzando il ruolo dell’olio di palma nella perdita delle foreste, i dati della FAO mostrano che l’olio di palma ha contribuito a circa il 5% della deforestazione tropicale nelle aree tropicali. Quando si guarda alla deforestazione globale, l’olio di palma contribuisce al 2,3% della deforestazione globale (Commissione europea). Una parte di questa espansione ha avuto luogo su terreni precedentemente utilizzati per coltivare altre colture come il caffè o la gomma (Commissione europea).

L’elusione delle norme fa sì che l’olio di palma grezzo viene spacciato per olio usato e che i produttori malesi, alla ricerca di profitti, stiano aumentando la produzione in modo incontrollato. La produzione di olio è impossibile senza le piantagioni di palme, per le quali le foreste vergini primarie vengono abbattute in maniera massiccia: ecco perché in Malesia si aggrava il problema della deforestazione.

Per fortuna i dati del 2022, del Chain Reaction Research (CRR) ha nuovamente identificato una tendenza decrescente per la deforestazione legata all’olio di palma. Secondo la sua più recente pubblicazione su questo argomento, la deforestazione legata all’olio di palma in Indonesia, Malesia e Papua Nuova Guinea “è scesa al livello più basso dal 2017”. Questi paesi hanno rappresentato l’84,2% della produzione globale di olio di palma nel 2020 (EPOA e IDH 2020). Questa tendenza al ribasso è stata identificata anche da altre organizzazioni, come il WWF e il World Resources Institute (WRI), negli ultimi anni.

Il fatto che questa tendenza al ribasso persista nonostante l’aumento dei prezzi dell’olio di palma è notevole. Secondo gli esperti, i tassi di deforestazione sono fortemente influenzati dalle variazioni dei prezzi. Questi sviluppi mostrano che il legame tra la deforestazione e l’espansione delle piantagioni di palma da olio può essere spezzato.

Questo declino è, secondo il WWF e il WRI, il risultato del rafforzamento delle forze dell’ordine, delle moratorie, della certificazione delle piantagioni di olio di palma e degli impegni aziendali a deforestazione zero. Iniziative del governo in Indonesia e Malesia introdotte negli ultimi anni per combattere la deforestazione, come una moratoria permanente sulle foreste primarie e la conversione delle torbiere o leggi forestali più severe.

Inoltre, azioni aziendali come gli impegni No Deforestation, No Peat and No Exploitation (NDPE) sono state introdotte su scala crescente dall’industria dell’olio di palma. Allo stesso modo, il CRR rileva anche l’attuazione delle politiche NDPE e aggiunge le restrizioni relative a COVID-19 come possibili fattori alla base di questo calo negli ultimi anni restrizioni che ora verrano meno. Infine, gli standard di certificazione come RSPO ora includono il divieto di qualsiasi deforestazione o disboscamento della torba.

Maddalena Ingrao

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