Opportunismo politico qatarino

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QATAR – Doha 29/7/13. Il Qatar ha sì appoggiato politicamente e finanziariamente l’Egitto della Fratellanza musulmana, mosso dalla convinzione che l’era post-Mubarak sarebbe stata caratterizzata dalla resurrezione dell’Islam politico.

Il Qatar ha investito oltre 8 miliardi di dollari nel sostegno di Morsi, anche prima che Morsi stesso venisse eletto presidente. Doha aveva però scommesso su un cavallo zoppo: lo deposizione di Morsi ha nei fatti bloccato le scorrerie patarine all’interno della politica egiziana. Nonostante questo dato, però, Doha sembra volersi posizionare nell’area con una maggiore attenzione, nel tentativo di lasciarsi un certo spazio di manovra politica. Il nuovo emiro ha lasciato intendere che il Qatar cambierà la sua politica estera filo-islamista, cercando un riavvicinamento con i paesi del Golfo Persico, ricalibrando la sua politica estera. L’emiro Tamim bin Khalifa ha fatto cenno fin dalle sue prime uscite ad un nuovo orientamento nella politica estera del Qatar. Tamim cercherebbe di incrementare la cooperazione con Arabia Saudita e Stati Uniti, scalando le tensioni con l’Iran. Di conseguenza, il nuovo emiro ha sostituito gli artefici   della politica estera del paese. Secondo il World Tribune, il nuovo emiro Tamim e suo padre Hamad hanno deciso che l’interferenza filo-islamista del Qatar in Egitto, Libia e Siria ha scatenato la reazione degli alleati di Doha e degli stati del Gcc, esponendo anche il paese ad una violenta reazione iraniana. La “registrata” alla macchina della politica estera, stando ai ben informati, pare sia stato effettuata nella primavera del 2013, parecchi mesi prima del colpo di stato al Cairo. Se questo dato risultasse vero, ne viene fuori il pragmatismo e la presa di posizione non ideologica del Qatar, sia in Siria che in Egitto, in cui Doha aveva percepito il cambiamento in atto (il movimento Tamarrod). L’apprezzamento di Doha per il presidente ad interim Adly Mansour sono de facto un investimento nel nuovo regime in Egitto, una concessione all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti, e un riavvicinamento verso l’Iran. Anche se Al Jazeera ha condannato il cambio di regime, la versatilità resta il baricentro della politica estera qatarina e i rapporti con il nuovo governo del Cairo saranno la pietra di paragone per saggiarne la flessibilità.