QATAR. Il “Sunni Divide” ostacola la stabilità irachena

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di Redazione QATAR – Doha 12/01/2017. Il quotidiano qatarino, Al Sharq organizza da tempo una serie di eventi di approfondimento di politica internazionale; i più recenti si sono ovviamente rivolti all’attuale situazione nell’area Mena e allo scenario siro-iracheno. Da poco è stato pubblicato il primo di una serie di studi sullo scenario iracheno, dal titolo: The Sunni Arabs Political Crisis. L’abstract del documento ci finisce già una idea dell’interessante approfondimento che merita di essere letto: «Dall’invasione dell’Iraq nel 2003, i funzionari del Dipartimento di Stato americano hanno spesso osservato che i sunniti arabi non hanno una leadership rappresentativa come invece hanno gli sciiti in Iraq. Quasi tutti gli sciiti arabi in Iraq seguono l’Ayatollah Ali al-Sistani, la massima autorità religiosa sciita in Iraq, che ha svolto un ruolo fondamentale nella prevenzione di un’insurrezione sciita contro le forze di occupazione americane. Inoltre, al-Sistani ha sostenuto il nuovo processo politico democratico in Iraq. Gli arabi sunniti, tuttavia, erano divisi in due campi: quelli che hanno collaborato con la coalizione per contribuire a creare una struttura politica post-Saddam in Iraq (partecipanti) e quelli che si sono opposti al nuovo processo politico (negazionisti). Questo articolo sostiene che queste divisioni tra i sunniti arabi hanno avuto un impatto negativo sulla stabilità dell’Iraq. L’analisi di questo articolo è inserito nel contesto della soluzione politica recentemente annunciato chiamato “Historical Settlement” proposto da diversi partiti politici e omologato dalla Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Iraq (Unami). L’analisi offerta da questo articolo suggerisce che le divisioni intra-sunniti dovrebbero essere prese in considerazione dagli estensori del “Historical Settlement”.