Putin-Medvedev, la resa dei conti

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RUSSIA – Mosca. 17/4/13. La Russia in sofferenza economica cerca di mandare messaggi positivi al suo popolo. Putin negli ultimi mesi ha messo in atto campagne nazionaliste in materia di lavoro e sviluppo industriale.

Banditi i lavoratori stranieri dalla Russia, limitata la produzione di aziende straniere a Mosca. Sta diventando obbligatorio, vedi settore farmaceutico, costituire società in Russia per poter produrre. Ma a quanto pare queste misure non hanno portato ai risultati sperati. «La crisi mondiale fa trasparire sagome sempre più pericolose, tuttavia l’economia russa dimostra vitalità e opportunità su prossimi sviluppi», ha dichiarato il Presidente della Russia Vladimir Putin. Il capo dello Stato ha promesso che se le cose non migliorano qualcuno perderà, nelle alte sfere, la “cadrega”.

A tremare per ora è il primo ministro russo Dmitry Medvedev che ha difeso il primato del suo governo in un discorso combattivo al parlamento, mercoledì, dopo che il presidente Vladimir Putin ha segnalato che potrebbe perdere la pazienza. Ma con buona pace del primo ministro, lui, Medvedev sembra al momento essere il capro espiatorio perfetto. Medvedev ha chiesto sostegno del Parlamento mercoledì n una relazione a lungo pianificata sul lavoro del suo governo che è durato un’ora e 45 minuti. «Viviamo in un mondo in rapida evoluzione dinamica. Così globale e così complesso che a volte non riusciamo a tenere il passo con i cambiamenti», ha detto, riconoscendo che la Russia potrebbe essere trascinata in recessione, se i prezzi delle materie prime continuano a scendere». E ha chiosato affermando: «D’altra parte, viviamo in una società che offre enormi opportunità. Spero quindi che la Russia … domani sarà un Paese che è forte e confortevole in cui vivere». Una difesa debole hanno criticato gli oppositori, vedendo imminente la rottura tra lui e lo stesso Putin. Medvedev, gioca la sua ultima carta asserendo che ha un piano per migliorare l’economia, attualmente troppo dipendente dalle esportazioni di petrolio e gas, ma in merito alla questione non ha dato dettagli. Di certo c’è che non ha intenzione di mettere mano alla riforma delle pensioni alzando l’età pensionabile. Secondo Medvedev la colpa della recessione è dovuta al calo del prezzo delle materie prime e lui e il governo stanno prendendo in considerazione altri stimoli per l’economia in modo da mantenere la previsione di crescita. Lo scorso anno l’economia è cresciuta del 3,4 per cento, e la settimana scorsa il governo ha tagliato il suo obiettivo di crescita per il 2013 al 2,4 per cento. Il fatto è che la Russia, così come la Cina, puntando per molti anni sull’export ha poco curato il mercato interno. La Cina però è corsa al riparo. La Russia ha aspettato troppo.

Mentre Medvedev è sulla difensiva sostenendo il grande lavoro svolto dal suo Governo, Sergei Sobyanin, già vice di Putin nel 2008, si sta scaldando per entrare in pista.