Pulizia etnica a Tripoli

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LIBIA – Misurata. Khaled al-Sharif, ex vice comandante del Gruppo islamico combattente di Libia (alleato di Al-Qaeda) e ora a capo della Guardia Nazionale di Libia, ha rilascaito una dichiarazione su Misurata TV il 22 novembre.

«Abbiamo liberato Bin Walid dagli infedeli e schierato l’esercito di Allah. Ho avuto l’onore e la dignità di essere stato il capo di una delle forze sul fronte di Bin Walid, che ora è un emirato islamico. Noi, la Guardia Nazionale, stiamo ripulendo Tripoli dai Werfalla (della tribù della zona Bani Walid), per farla diventare una città più sicura e più stabile.

Ooggi, in collaborazione con lo sceicco Ghnewah al-Kikli, stiamo attuando un piano per la pulizia di Tripoli, in particolare le zone di Abu Salim e al-Hadba. Direi che alcune delle tribù che hanno deviato dai programmi della nostra rivoluzione saranno presto spazzate via. Schiacceremo chi pensa di disobbedire allo Stato e che sia al riparo e armato o tricerato. se è stato riparato da armi rubate o trincee e tumuli con cui circondano la sua città. Non ci fermeremo fino a fare piazza pulita.

Coloro che pensano di essere contro Misurata sono contro laLibia. A coloro che in tv e in rete cercano di vanificare la nostra guerra su Bin Walid e mostrarci come illegittimi vincitori diciamo loro: “il vostro sangue verrà versato sprecato, e le tribù che vi proteggono presto saranno attaccate per porle sotto lo Stato, per farlo abbiamo anche il parere favorevole del Muftì».

Una vera dichiarazione di guerra totale.

La Guardia Nazionale che forma il gruppo militare chiamato “i ratti libici”è composta da tutti quei comandanti ritenuti terroristi affiliati ad al-Qaeda, imprigionati dalle autorità della Jamahiriya libica per reati di terrorismo. Furono poi graziati dalla famiglia Gheddafi che ha firmato il loro rilascio dopo averlgi fatto sottoscrivere un lungo documento chiamato Studi correttivi sul significato del jihad, la morale pubblica e della gestione del governo, in cui era inserita la firma della pace con Muammar Gheddafi e la Grande Jamahiriya araba libica popolare socialista.

Quando iniziò l’attacco alla Libia molti di loro furono colti di sorpresa per poi aderire alle forze ribelli con la seguente motivazione: «Abbiamo deciso di istituire una guardia nazionale per proteggere i confini nazionali, le coste, gli impianti petroliferi, delle banche e altri siti di importanza strategica. Abbiamo presentato una domanda al Consiglio nazionale di transizione ed è stato approvato».

Alcuni dei comandanti della Guardia Nazionale erano stati imprigionati dagli Stati Uniti, prima di essere “restituiti” alla Jamahiriya libica dove furono imprigionati e in cui gli fu fatto fare rinuncia della violenza attraverso l’anzidetta dichiarazione al termine di trattative con Seif al Gheddafi.