Sfax, i giovani simpatizzano per iS

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TUNISIA – Tunisi. 16/10/14. Sfax si prepara alle elezioni del 26 ottobre con un senso di delusione, per essere stata esclusa dal rinnovamento infrastrutturale che invece arriverà a a Monastir e a Mahdia Moknine (Sahel) grazie alla costruzione della ferrovia. Intorno alla moschea nella città di El-Habib tutti parlano delle elezioni e tutti si rammaricano dell’assenza dello Stato a Sfax. 

«Siamo ingannati da troppo tempo. La città è abbandonata dalle autorità, mentre la nostra città dà molto al paese» dicono i frequentatori della mosche alla testata jeune afrique.  Nida Tounes e Ennahda scommettere sugli uomini d’affari del paese rispettivamente Moncef Sellami, proprietario di una Tech Holding e Mohamed Frikha, ex CEO di Syphax Airlines. Ma nessuno degli imprenditori ha investito a Sfax. Non solo il candidato di Ennahda non ha mantenuto le promesse durante la rivoluzione del 2011.

Lo scetticismo verso la politica è alto. Tutti chiedono risposte ai problemi quotidiani. I candidati dell’opposizione suggeriscono: «Tre anni di democrazia mi ha fatto diventare simpatizzante  sentimenti rivoluzionari con la ragione», afferma un costituente del Congresso per la Repubblica (CPR), che sta ora valutando proposte concorrenti. 

Islamisti probabilmente vinceranno Sfax. Il lavoro sociale, la pulizia delle strade e il consolidamento della rete di moschee aveva già permesso loro di vincere le elezioni dell’Assemblea Costituente nel 2011, con quasi il 47% dei voti. Anche all’interno della Scuola di Ingegneria Nazionale di Sfax (Enis), gli islamisti raccolgono consensi. Una piccola percentuale di studenti non hanno nascosto la loro simpatia per IS (organizzazione dello Stato Islamico) e accusano l’Occidente di aver umiliato l’Iraq. Ketari Noureddine, ex segretario di stato con Habib Bourguiba, capisce la delusione dei giovani e le loro simpatie:«Abbiamo aspettato diciotto anni il progetto autostrada Taparura e la metropolitana [città di mare] tutto fermo; il piano urbanistico non è stato rivisto, e il problema della distribuzione dell’acqua è sempre lo stesso. Il Sahel ha beneficiato ampiamente l’attenzione e la prodigalità dello Stato, Sfax no». «C’è poco tempo per i candidati per convincere che faranno meglio».