Daghestan: tra attentati e nuovo esecutivo

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DAGHESTAN – Machačkala. 25/ 07/13. Giornate convulse nella repubblica del Daghestan. Il presidente ad Interim della repubblica del Sud della Russia, Abdullatipov Ramazan, lunedì aveva sciolto il governo perché secondo lui il lavoro svolto fino ad ora era stato insufficiente.

«La Repubblica si è prefissata degli obiettivi» che sono lontani dal raggiungimento aveva motivato prima di sciogliere l’esecutivo. Nello stesso giorno, il 22 luglio, Abdullatipov, ha annunciato il nome del nuovo presidente Abdusamadov Gamidova, ex ministro delle finanze. Sempre oggi a Derbent, città del Daghestan, c’è stato un attentato nei confronti del rabbino, Ovadia Isaac, colpito al petto. La Federazione delle comunità ebraiche della Russia (FJC) ha organizzato una spedizione in Daghestan con un volo charter direttamente da Israele con dei medici specialisti a bordo. Il rabbino al momento è ricoverato al Central City Hospital di Derbent e non ha ripreso conoscenza. Il timore della comunità ebraica è che chi ha tentato di uccidere Isaac riprovi a farlo mentre è in ospedale. La polizia ha aperto le indagini. Secondo la comunità ebraica de Daghestan c’è il rischio che l’attacco al rabbino sia un tentativo di intimorire e perseguitare gli ebrei della comunità di Derbent. 

Come riportato dal portale IzRus, l’attentato è avvenuto all’una di notte mentre il rabbino si trovava fuori casa, non è escluso che stesse aspettando il suo assassino. Secondo le forze dell’ordine, l’attentato potrebbe essere legato alle sue attività religiose. Isaac Ovadia, padre di 4 figli, quarant’anni, è diventato il rabbino di Derbent nel 2004. Inviato in Daghestan da Berel Lazar, rabbino capo di Russia (secondo FJC). Laureato presso la Moscow yeshiva “Tomhey Tmimim” per alcuni anni ha vissuto e studiato in Israele, è stato istruttore presso la scuola di Mosca “Mesivta.”

Boruch Gorin, capo dipartimento della Federazione delle comunità ebraiche della Russia ha detto alla stampa che l’attentato al di là delle motivazioni del reo è un attacco a tutte le persone “religiose” che vogliono una vita tranquilla in Daghestan. 

In difesa della comunità ebraica è sceso anche il presidente Abdullatipov: «Gli ebrei sono parte integrante della civiltà del Daghestan, hanno dato sempre un enorme contributo allo sviluppo socio-economico e culturale del Daghestan» e poi ha continuato condannando l’attentato. 

Sempre in Daghestan il 23 giugno è avvenuto un attentato contro l’imam nel Kahabroso quartiere Untsukulsky. Durante lo scontro a fuoco vicino alla casa dell’Imam è stato ucciso un residente del villaggio da uno degli attentatori. Il 3 marzo, nel villaggio di Gubden Karabudakhkent nella sua casa è stato ucciso un insegnante, Mohammed Biyarslanov.