Svezia: Pirate Party chiude

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SVEZIA – Stoccolma. A seguito della minaccia di azione legale da parte degli avvocati dello Swedish Copyright, il partito svedese Pirate Party ha preso la decisione di interrompere l’accesso da provider svedese al sito di filesharing The Pirate Bay.

 

La scorsa settimana, l’Alleanza di Destra, formalmente conosciuta come Anti-Pirate Bureau, ha inviato una lettera formale al Pirate Party e all’internet provider svedese Serious Tubes Networks, chiedendo l’interruzione del servizio al sito Pirate Bay. Il Pirate party ha dunque preso la repentina decisione di cambiare la fornitura di accesso alla rete di The Pirate Bay, passando per server che sostengono il Pirate Party aventi sede in Norvegia e in Catalogna.

La leader del Pirate Party Anna Troberg ha dichiarato che le ragioni di tale spostamento vanno ricercate in parte nella sopravvivenza, ed in parte nelle pressioni personali fatte sui singoli membri del partito, sottolineando che in caso di resistenza alle azioni legali avrebbe la meglio la parte con una maggiore disponibilità economica.

Sembrerebbe infatti che l’Alleanza di Destra riceva il sostegno di aziende multinazionali; mentre il Pirate Party resti per il momento appannaggio delle fasce più giovani della popolazione.

Il Pirate Party, fondato in Svezia nel 2006 con il fine di rivisitare l’esistente legislazione sul copyrigth, ha avuto la funzione di incorporare The Pirate Bay dal 2010, subito dopo che i precedenti host del sito di filesharing avevano ricevuto delle ingiunzioni da diverse compagnie cinematografiche holliwoodiane.

Le frizioni non sembrerebbero tuttavia essere terminate. Troberg ha infatti dichiarato che mentre assistiamo al successo dell’Alleanza di Destra nel interrompere il servizio di Pirate Bay in Svezia, altre due postazioni stanno per divenire operative, per un totale di più di 60 host attivi nel mondo.

La portavoce dell’Alleanza di Destra Sara Lindbäck ha invece messo l’accento sulle difficoltà per i detentori di copyright di vivere del loro lavoro; ostacolando la pirateria pertanto, gli internet provider non stanno facendo altro che garantire la sopravvivenza di importanti settori d’impiego.