
Finalmente la sopravvivenza della nazione Harakbut è diventata una priorità nazionale per il Perù. Il governo peruviano, infatti, in una legge dello stato, in cui ha dichiarato di interesse nazionale la protezione e la conservazione della Nazione Indigena di Harakbut e poi ha presentato la nuova legge alla gente del proprio territorio a Madre de Dios.
La nazione di Harakbut ha accolto con favore la nuova legislazione, ma ha avvertito: «Ci sono diversi vuoti, come la questione della sicurezza territoriale». La legge è stata consegnata al Harakbut, in una cerimonia ufficiale, due settimane dopo la sua pubblicazione e attuazione da parte del Congresso il 4 luglio.
A partecipare al ricevimento delle nuove norme a tutela del popolo Harakbut, il coordinatore dell’Harakbut Miguel Visse e il ministro della Cultura Patricia Balbuena, che hanno ricevuto il documento dalle mani di Modesto Figueroa, deputato regionale.
Gli Harakbut, il cui nome si traduce in “umanità” o “popolo”, sono suddivisi in sette gruppi e vivono nella Riserva Comunale degli Amarakaeri (RCA), tra i dipartimenti di Madre de Dios e Cusco. Rimasero isolati fino agli anni ’60, quando l’ordine domenicano li trovò e li evangelizzò.
Balbuena ha riconosciuto che c’è ancora molta strada da fare prima che i popoli indigeni possano godere dei loro pieni diritti collettivi. Lo stesso Balbuena a Telesur ha dichiarato: «Il documento parla di un processo importante che stiamo vivendo come un paese nella lotta dei popoli indigeni … sappiamo che il riconoscimento è importante, ma allo stesso tempo si deve lavorare per valorizzare e garantire la memoria, i valori e la conoscenza di questi popoli».
La nuova legislazione, nota come “legge Harakbut”, rappresenta un grande passo avanti per la protezione giuridica del gruppo indigeno; alcuni sono preoccupati che ciò non sia sufficiente a proteggere il loro territorio.
Eppure non è tutto rose e fiori. Alla trasmissione radiofonica Coharyima te informa, Walter Quertehuari, presidente del consiglio di amministrazione della RCA (ECA-RCA), ha dichiarato: «Questa legge aiuta a rassicurare una parte delle conoscenze e dei costumi che il popolo Harakbut sta perdendo. Tuttavia, ci sono diverse lacune, come la questione della sicurezza territoriale».
Non solo, si apprende dal portavoce di ECA-RCA, Pedro Corisepa, che alcune delle comunità di Harakbut mancano di servizi di base come l’acqua potabile o l’accesso alla salute e all’istruzione. E, a tal proposito, il Ministero della Cultura del Perù sta valutando la possibilità di denominare gli usi e i costumi dell’Harakbut Patrimonio Culturale Immateriale della Nazione.
Alla cerimonia era presente anche la professoressa bilingue Yesica Patiachi, che ha parlato del massacro subito dagli Harakbut durante i peggiori anni della febbre gommosa e della loro più recente lotta per preservare e proteggere l’RCA, il loro territorio ancestrale.
«Grazie alla lotta di grandi saggi che sono già partiti, è stata creata la Riserva Comunale Amarakaeri», ha detto Patiachi. «Hanno lasciato un’eredità strategica organizzata per continuare a resistere e a prestare attenzione alle nostre richieste, cercando unità, pacificazione, forza e convinzione attraverso ogni Harakbut».
L’ecosistema del Madre de Dios è minacciato da diverse attività economiche che danneggiano l’ambiente, inquinano le riserve idriche e avvelenano la fauna e la vegetazione della regione, come l’estrazione illegale di minerali.
Tommaso dal Passo