PANDEMIA. Tutto quello che c’è da sapere sul mondo dei vaccini anti Covid 19

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Ripubblichiamo il servizio che accompagna la recente puntata di Risiko, dedicata allo sviluppo e diffusione dei diversi vaccini anticovid.

Il podcast può essere ascoltato cliccando qui.

La pandemia ha “autorizzato”, in tutto il mondo, deroghe di ampio spettro alle libertà democratiche. C’è un diritto fondamentale, però, a cui non possiamo rinunciare: quello ad essere correttamente informati in vista di una vaccinazione di massa senza precedenti. Il diritto di sapere e di scegliere non tollerano eccezioni, soprattutto davanti ad un evento come quello generato dalla diffusione su scala mondiale del virus Sars-Cov2. La mancanza di una campagna informativa nazionale denota l’assenza della volontà politica di agire in totale trasparenza, una scelta peraltro in totale assonanza con la “comunicazione del terrore” a cui siamo stati sottoposti (e che abbiamo tollerato) negli ultimi mesi.

In questa puntata speciale di Risiko, Antonio Albanese e Graziella Giangiulio, attraverso concreti elementi informativi ci offrono la possibilità di dissipare alcuni nostri dubbi e, perché no, di continuare a porci “le giuste domande”.

Tanti spunti di riflessioni, a partire dal numero dei contagiati e dei morti, perché non si muore soltanto di Covid-19. Dall’inizio della pandemia, si sono registrati circa 103 milioni e 201 mila contagi da Covid, e 2.237.636 morti. Allargando i “nostri orizzonti” ad altre patologie mortali per l’uomo, scopriamo che nel 2018 i casi di cancro nel mondo sono stati 18 milioni, con un numero di morti pari a 7 milioni e 700 mila. Se andiamo poi a vedere i decessi causati dalla polmonite scopriamo che, nel 2019, il numero di morti è stato di 2 milioni e 560 mila e, di questi, 800 mila hanno riguardato bambini al di sotto di 5 anni. E ancora. Sempre nel 2019 i malati di epatite C e D sono stati 325 milioni, con 1 milione e 200 mila decessi. Questi numeri ci dicono che il Covid è una patologia da sottovalutare? Assolutamente no. Ci dicono, però, che si tratta di un virus altamente contagioso ma non particolarmente letale. Ergo, il problema è sanitario.

La campagna di vaccinazione non ci permetterà di sconfiggere il virus, ma certamente di contrastarlo per riscoprire una nuova normalità di vita. Una sorta di “pacifica convivenza” con il Covid, così come è già accaduto in altre epoche con altre tipologie di virus. Ad ogni modo, è necessario conoscere i diversi tipi di vaccini che sono già in commercio, o che presumibilmente lo saranno nei prossimi mesi. Cominciamo col dire che i vaccini non sono tutti uguali, dal momento che impiegano tecnologie diverse. Ci sono quelli che utilizzano la metodologia dell’attenuazione del virus (come quelli contro il morbillo o la parotite), mentre altri utilizzano l’inattivazione del virus (come quelli contro la poliomelite e l’epatite A). Poi ci sono quelli che utilizzano componenti del virus, altri ancora sono costituiti da tossoidi batterici (come quelli contro la difterite e il tetano), per citare i più comuni. La “new entry” nel mondo dei vaccini riguarda quelli che utilizzano materiale genetico mRNA (come quelli di Pfizer e Moderna), il cui funzionamento è spiegato in maniera molto chiara da Graziella Giangiulio. Si tratta di una tecnologia molto innovativa, che prima dello scoppio della pandemia era ancora in fase di sperimentazione.

Al riguardo, c’è un’informazione che solitamente viene omessa quando si tratta di spiegare ai cittadini il “miracolo dei vaccini” sviluppati in pochi mesi. Non ci troviamo di fronte ad un prodigio scientifico, piuttosto, con lo stato di dichiarazione di pandemia si sono saltate due fasi, delle tre normalmente previste dai protocolli internazionali per la messa a punto dei vaccini e la loro conseguente commercializzazione. 

Del resto, sarebbe stato impossibile affrontare un’emergenza pandemica seguendo le regole ordinarie. Il punto è che mentre per i vaccini che utilizzano metodologie già consolidate, sia l’efficacia che gli effetti collaterali possono essere maggiormente prevedibili, poco o niente sappiamo dei vaccini che utilizzano materiale genetico. La Fondazione di Bill e Melania Gates, che negli ultimi anni ha investito molto su questa nuova tecnologia, considera ormai da tempo la manipolazione genetica una grande innovazione per il contrasto di futuri virus. Di certo, la pandemia da Sars-Cov2, darà modo di testare gli effetti (positivi e negativi) di questa tecnologia su centinaia di milioni di persone. Gli investitori hanno già potuto trarre dei benefici da questa inaspettata occasione, come ci ha dato modo di constatare il Ceo di Pfizer, Albert Bourla, che lo stesso giorno dell’annuncio dei risultati positivi del vaccino contro il coronavirus ha venduto le sue azioni, guadagnando circa 5,56 milioni di dollari in una sola giornata.

Ad ogni modo, tutte le grandi potenze mondiali sono impegnate nella “corsa al vaccino”, poiché dal raggiungimento dell’immunità di gregge dipenderà la ripresa economica e sociale di ogni Paese. Gli intrecci geopolitici, come ci spiega bene Antonio Albanese, sono condizionati dagli accordi sulla produzione e condivisione dei vaccini, tra convenienze e strategie. USA, Russia, India, Europa: il risiko dei vaccini è appena cominciato. Anche l’Italia, nonostante se ne parli poco, sta mettendo a punto il suo vaccino. La società Reithera ha già iniziato la sperimentazione all’Istituto Spallanzani di Roma, grazie ad un contributo di circa 80 milioni reso disponibile da Invitalia. Nel frattempo, proprio nei giorni scorsi, grazie ad uno studio condotto dal CNR di Bari, in collaborazione con l’Università di Bari e la Statale di Milano, è stato messo a punto un software per identificare le varianti del Covid.

Insomma, in questo podcast troverete veramente tutto quello che c’è da sapere sul mondo dei vaccini. Essere correttamente informati, è condizione imprescindibile per crearsi un’opinione consapevole.

Buon ascolto…

Cristina Del Tutto