Lo stop imposto all’intera catena dell’estrazione della gomma avrà un impatto pesante su molti prodotti e tra questi un colpo molto pesante potrebbe riceverlo il settore dei contraccettivi. Si profila infatti una carenza globale di profilattici, secondo i global player e l’Onu.
La Malesia, uno dei principali produttori mondiali di gomma e una delle principali produttori di profilattici, ha imposto un blocco a livello nazionale il mese scorso, quando le infezioni hanno raggiunto il livello più alto nel Sudest asiatico.
Ma le restrizioni sulle operazioni del gigante malese dei contraccettivi Karex, che produce un profilattico su cinque a livello globale, fanno prevedere una produzione di 200 milioni di profilattici in meno rispetto al solito da metà marzo a metà aprile; questo calo della produzione si unisce alle difficoltà riscontrate già da altri produttori della filiera della gomma che avranno difficoltà portare i loro prodotti sul mercato a causa di problemi di trasporto, e logistica. Per le ditte coinvolte, riporta Asia Times, il mondo vedrà sicuramente una carenza di questi dispositivi medici essenziali.
Il colosso malese della gomma, che fornisce questi dispositivi medici a molte aziende e governi dei paesi in via di sviluppo, ha dovuto chiudere le sue tre fabbriche malesiane per un periodo all’inizio del blocco del Paese, che durerà fino al 14 aprile. Da allora l’azienda è stata autorizzata a riprendere le attività, ma con solo il 50% della forza lavoro abituale.
Anche l’Onu ha lanciato l’allarme, avvertendo che attualmente può ottenere solo il 50-60% circa delle sue abituali forniture di profilattici a causa di interruzioni dovute alla pandemia.
Le agenzie Onu preposte, che lavorano con i governi di tutto il mondo per sostenere la pianificazione familiare, hanno detto che una preoccupazione fondamentale è quella di poterli dove sono necessari abbastanza rapidamente e ha avvertito che i più poveri e i più vulnerabili saranno colpiti più duramente se le scorte si esauriranno. Ci potrebbe essere anche un aumento degli aborti non sicuri e un aumento del rischio di infezioni sessualmente trasmissibili e di Hiv.
Nonostante le chiusure, la domanda sembra in aumento: i media indiani hanno riferito che le vendite di preservativi sono salite del 25-35% nella settimana dopo che il paese ha annunciato un blocco.
Nonostante la potenziale carenza, ci sono segnali positivi da parte dei produttori in Cina che hanno ripreso le attività.
La Hbm Protections, ad esempio, che produce più di un miliardo di dispostitivi medici all’anno, ha detto che la produzione è tornata ai livelli normali e sta portando avanti i piani precedenti per triplicare il numero di linee di produzione entro la fine dell’anno.
Luigi Medici