PANDEMIA. LA SCUOLA È SEMPRE STATA APERTA

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Riceviamo e pubblichiamo questa lettera dei docenti dell’I.I.S. Lucio Anneo Seneca di Roma, relativa al ritorno in presenza degli studenti. Tema che riguarda tutti gli studenti d’Italia e non solo. 

«I sottoscritti docenti dell’I.I.S. “Lucio Anneo Seneca” di Roma con il presente documento si uniscono alle iniziative dei colleghi del Liceo Tasso e di tutti gli altri I.I.S. di Roma.

Premettiamo che siamo sempre stati e siamo tuttora accanto ai nostri studenti  con senso di responsabilità, affrontando la situazione contingente con rinnovato e anche maggiore impegno rispetto ai nostri doveri previsti da contratto. 

Vogliamo tornare in presenza, ma vogliamo tornare per rimanerci sino alla fine dell’anno scolastico, nel rispetto di tutte le norme anti-covid necessarie a preservare la salute della nostra comunità scolastica e mettendo in condizione gli studenti di dedicarsi allo studio al rientro dalle lezioni. 

Nessuno di questi presupposti è garantito dall’accordo raggiunto dalle Prefetture e Regioni sulla riapertura degli Istituti dal 11 gennaio 2021, esautorando da tutti i tavoli di lavoro chi lavora nelle scuole e dovrebbe essere, di conseguenza, competente in materia.

Si impone alle scuole del secondo ciclo di fare lezione in presenza  almeno con il 75% degli studenti (a partire dal 18 gennaio), con entrate scaglionate alle 8:00 e alle 10:00, non tenendo conto delle specifiche esigenze di ogni Istituto e  privandolo dell’Autonomia Scolastica, fondamentale per “Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva e opportunità di apprendimento per tutti”. Tale soluzione è stata presentata come necessaria da parte dell’Amministrazione a causa dell’impossibilità da parte delle aziende di trasporto pubblico locale di potenziare a sufficienza la rete dei trasporti per garantire le condizioni di sicurezza previste. 

Noi docenti chiediamo di riaprire la Scuola senza escogitare turni inapplicabili e controproducenti come quelli decretati dalle prefetture laziali e acriticamente imposti alle scuole dall’USR Lazio e che rimarrebbero impraticabili anche con l’applicazione della riduzione di orario prevista dalla normativa vigente (art. 28 del CCNL Scuola del 2007).

Ribadiamo con fermezza la necessità dell’applicazione dell’Autonomia Scolastica in modo tale da permettere ad ogni singolo Istituto di poter affrontare, nel modo migliore, le diverse criticità.

 Nel caso specifico della nostra scuola, l’imposizione della percentuale in presenza del 75% degli studenti è in netto contrasto con quanto stabilito, a inizio anno scolastico, dalla perizia del responsabile della sicurezza che stabiliva al 50% il limite massimo di studenti in presenza all’interno sia delle aule che degli spazi comuni per limitare il rischio di diffusione del virus. Tale misura, applicata insieme a un rigido Protocollo d’Istituto antiCovid, ha permesso, nel periodo tra settembre/novembre 2020, un effettivo contenimento dei contagi. Considerato che da settembre ad oggi non ci sono state concesse nuove aule né sono stati ampliati gli spazi comuni, ci si chiede come si possano stipare il 25% in più degli studenti consentiti senza mettere a repentaglio la loro e la nostra salute.

Formulare un orario delle lezioni per il 75% dei ragazzi a rotazione, su 6 giorni, garantendo però a ciascuna classe massimo 5 giorni di frequenza a settimana, con classi che entrano ed escono con un orario sfalsato diventa estremamente complesso nel nostro Istituto che consta di tre indirizzi (Classico, Linguistico e Scientifico), ubicati in tre sedi differenti con docenti che prestano servizio in tutte e tre le sedi e, in alcuni casi, anche in altre scuole.

Sottolineiamo, altresì, che l’estensione dell’orario scolastico alle ore pomeridiane 

  • impedirebbe agli STUDENTI di potere STUDIARE e consolidare gli apprendimenti, andrebbe a sovrapporsi agli orari di uscita pomeridiana degli uffici,
  • renderebbe impossibile l’igienizzazione e sanificazione dei locali scolastici per la giornata successiva (dati gli organici attuali del personale ausiliario), 
  • creerebbe assembramenti di docenti a scuola– priva di spazi adeguati – nelle numerose ore di buco 
  • ignorerebbe il problema della refezione degli studenti adolescenti (gli istituti superiori non sono dotati di mensa), imponendo un tipo di alimentazione contraria alle norme più elementari di educazione alimentare con pranzi consumati in spazi non idonei e sicuri
  • comporterebbe disagio per il rientro a casa degli studenti residenti nelle zone periferiche e la rinuncia allo svolgimento di attività extrascolastiche, importanti per il benessere psicofisico degli adolescenti
  • non sarebbe possibile effettuare alcuna attività di recupero (pur previste dall’ordinamento scolastico) e a maggior ragione di potenziamento e di ampliamento dell’offerta formativa
  • renderebbe difficile da svolgere e da certificare i PCTO in vista, anche, dell’Esame di Stato.

In conclusione chiediamo:

  1. un rientro graduale, connesso all’andamento dei contagi, e che non superi il 50% della popolazione scolastica, 
  2. che si preveda la calendarizzazione di una campagna vaccinale tempestiva per l’intero personale scolastico (dopo quello medico), a partire dai lavoratori in condizione di fragilità e dai meno giovani, su base volontaria, in considerazione del rischio elevato cui si è sottoposti, pur con l’adozione di tutte le misure precauzionali previste,  
  3. che nell’ambito dell’attività di tracciamento sia prevista una corsia preferenziale dedicata alla popolazione scolastica per la rapida effettuazione di tamponi diagnostici».

Lettera firmata da un gruppo di docenti dell’I.I.S. Lucio Anneo Seneca