PANDEMIA. Il COVID-19 in Francia

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In Francia il primo caso di infezione da Covid-19 risale al 24 gennaio 2020 (Bordeaux): si trattava di un uomo franco-cinese arrivato dalla Cina. La prima morte per Covid19 è avvenuta il 14 febbraio: un anziano turista cinese ricoverato in ospedale di Parigi dal 28 gennaio. I primi casi in Francia sono stati collegati a contatti con la Cina di persone che provenivano dalle zone infette: sono state applicate prontamente le misure di isolamento e di identificazione dei possibili infetti venuti in contatto con le persone malate.

A febbraio si sono sviluppati numerosi focolai sino ad arrivare alla diffusione più ampia del virus. Studiando la curva dell’incremento dei contagi si nota come in Francia l’incremento sia stato basso a gennaio, per salire a febbraio sino a quasi 200 contagiati in più ogni giorno, e poi dai primi di marzo ha superato i 200 contagi in più al giorno sino ad arrivare ai picchi del mese di aprile con una media di più di 4.000 contagi al giorno e dei picchi di più di 11.200 e 12.500 contagiati il 7 e il 16 aprile 2020.

La pandemia ha trovato una Francia pronta dal punto di vista del sistema sanitario che poteva garantire un numero considerevole di posti letto in ospedali e cliniche, e di posti letto di terapia intensiva. Infatti già dal 2018 si poteva contare 3,1 posti letto in terapia intensiva ogni 1.000 abitanti, ovvero circa 5.000 posti letto nelle strutture sanitarie pubbliche. Con l’avvento del Covid-19 il capo della Federazione per l’ospedalizzazione privata del Paese ha annunciato che le cliniche private avrebbero aperto almeno 4.000 posti letto in terapia intensiva per rafforzare la risposta del sistema sanitario nazionale. Anche i militari hanno contribuito con la costruzione di Ospedali Militari di cui uno nella zona di Mulhouse, nella parte orientale del Paese, un’area particolarmente colpita dal virus. La Francia può anche vantare una spesa sanitaria superiore all’11% del Pil (la media europea è pari al 9,8% e quella Italiana nel 2018 è stata del 8,8% del Pil).

Inoltre l’Assemblea Nazionale Francese già nel corso del 2019 aveva adottato un progetto di miglioramento complessivo del sistema sanitario nazionale prevedendo un incremento dei medici e del personale per l’assistenza sanitaria, la creazione di ambulatori multidisciplinari disseminati in modo capillare sul territorio, l’incremento della telemedicina aiutato anche da una maggiore formazione della popolazione nell’uso delle tecnologie da remoto e l’incremento degli ospedali locali (circa 500/600 in più entro il 2022). Tutte misure in netta divergenza con le misure di contenimento della spesa seguite dall’Italia in materia di sanità pubblica.

Oggi in Europa il boom si evidenzia in Francia dove si registra un sostanziale aumento dei contagi: il 6 agosto 2020 sono stati individuati più di 2000 nuovi casi positivi, oltre 9.330 in una settimana. Il Ministro per la Salute chiede ai francesi di tenere duro e rispettare tutte le regole precauzionali per evitare di ammalarsi. Il Governo ha introdotto nuovamente l’obbligo di indossare la mascherina in tutti i luoghi chiusi, e questo provvedimento è stato esteso all’aperto in alcune località balneari. Si torna inoltre a incoraggiare lo smart working e si sta discutendo sulla istituzione di zone rosse. Il vaccino è ancora lontano. La pazienza, le precauzioni e le difese passive (mascherine, lavaggio delle mani, evitare luoghi affollati, ecc.) sono l’unica vera arma che i cittadini hanno contro il Covid-19.

Il 6 agosto 2020 in Francia abbiamo 231.310 (+2734) contagi, 118.410 (+2429) casi attivi, 30.308 (+11) morti, 82.592 (+294) guariti.

Redazione