Gas israeliano per i palestinesi

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ISRAELE – Gerusalemme 01/02/2014. Un affare da miliardi di dollari già siglato e chiuso a gennaio 2014 per la  fornitura di gas tra la società israeliana che gestisce un giacimento di gas naturale israeliano e una palestinese è fermo ed ha bisogno dell’appoggio politico per essere operativo.

I palestinesi dicono che l’attuazione dipenderà dalle garanzie dei governi di entrambe le parti, la cui reciproca diffidenza è cresciuta durante i colloqui di pace gestiti dagli Stati Uniti. I palestinesi dicono che Israele avrebbe promesso pubblicamente che qualsiasi futura crisi politica o di sicurezza non avrebbe interrotto l’erogazione del gas, riporta Ynetnews. «C’era una specie di garanzia da massimi livelli in Israele (…) che ci sarebbe stato un flusso continuo di gas, non tenendo conto di quello che sarebbe successo sul fronte politico», ha detto Samir Huleileh , amministratore delegato della holding Palestine Development and Investment Inc (Padico). Padico detiene una quota del 18 per cento della Palestine Power Generation Company (Ppgc) al centro della trattativa, società che Huleileh ha detto aver ricevuto garanzie da parte dell’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu meno di un anno fa. In base all’accordo, Ppgc dovrebbe acquistare 1,2 miliardi di dollari di gas in 20 anni dal gruppo israelo-statunitense che sta sviluppando l’enorme giacimento offshore di gas Leviathan. Nel corso della cerimonia della firma il 5 gennaio, il miliardario israeliano Yitzhak Tshuva, il cui gruppo Delek è una delle principali parti interessate nel Leviathan, ha definito l’accordo come storico e ha detto che avrebbe aiutato gli sforzi di pace. Il Vice premier palestinese Mohammed Mustafa ha detto che il suo governo guarda con favore l’accordo, ma che l’approvazione definitiva sarebbe avvenuto solo dopo aver visto il testo del contratto e studiato gli impegni politici di Israele. Se il Ppgc dovesse ottenere l’approvazione del governo palestinese per l’affare del gas e completare l’impianto da 300 milioni di dollari previsto nel nord della Cisgiordania, potrebbe dare ai palestinesi maggiore controllo sulla fornitura di energia elettrica. Alcuni gruppi palestinesi si oppongono all’accordo, dicendo che avere legami economici con Israele è contrario alla lotta per l’indipendenza.