Islamabad è stata scossa da una condanna dagli interessanti risvolti geopolitici e geoeconomici. La Corte Suprema ha “dimissionato” il primo ministro pakistano Nawaz Sharif (a destra), dandogli l’interdizione pubblici uffici per il suo coinvolgimento nella vicenda di corruzione internazionale uscita allo scoperto grazie alla vicenda dei Panama Papers.
La Corte ha condannato Sharif all’unanimità dichiarandolo non idoneo alla presidenza e lo avrebbe anche rinviato a giudizio ulteriore assieme ad altre persone, alcune appartenenti alla sua famiglia, riporta Dawn. Nawaz avrebbe mentito al Parlamento sui suoi incarichi professionali che lo rendevano incompatibile con l’incarico pubblico.
Poco dopo la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha rilasciato una nota dicendo che Nawaz Sharif, malgrado le «riserve forti» sul verdetto della Corte Suprema, ha lasciato la carica di primo ministro. Il suo partito ha annunciato ricorso.
Il leader del partito di opposizione, Pakistan Tehreek-i-Insafm, Pti, Imran Khan (a sinistra) ha dichiarato che la decisione della Corte Suprema segna l’inizio di una nuova era nella storia del Pakistan, in cui la giustizia sarà sopra la legge. «Il Pakistan ha vinto oggi», ha detto Khan ringraziando la Corte e e le istituzioni per il rispetto della legge. «Non ho nulla contro Nawaz Sharif, conosco la sua famiglia da 40 anni, non mi ha sottratto nulla, ma ha fatto del male al popolo di questo paese e per questo volevamo che venisse giudicato colpevole (…) Storicamente ci sono sempre stati due tipi di leggi prevalenti nel paese: una per i deboli e poveri e l’altra per i ricchi e potenti», ha detto Khan, aggiungendo aver passato otto giorni in prigione e tutto quello che ha visto sono detenuti poveri mentre i più grandi ladri del paese erano seduti nell’assemblea.
Khan ha chiesto poi ai pakistani: «Oggi ho una domanda per la nazione: sono quei poveri che vanno in carcere responsabili del riciclaggio di denaro in questo paese o sono quei criminali responsabili di pratiche illegali che vivono in case che vale miliardi di rupie? Questo paese è sull’orlo della distruzione (…) non c’è abbastanza denaro per le opere di questo paese eppure una relazione americana dice che milioni di dollari vengono riciclati e inviati dal Pakistan ogni anno». Il Pakistan, privo di un governo legittimo, non è in grado di garantire progetti internazionali di sviluppo come il Cpec che, passando attraverso il suo territorio arriva fino al Golfo, il corridoio che è parte della Nuova Via della Seta, e che Pechino sta costruendo nell’area.
Graziella Giangiulio