PAKISTAN, Rimosso da Facebook l’85% della blasfemia

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Il ministero dell’Interno pakistano ha comunicato all’Alta Corte di Islamabad che l’amministrazione di Facebook ha bloccato i contenuti blasfemi su richiesta del Pakistan e l’85 per cento di questo materiale sul sito è già stato rimosso.

Il segretario degli Interni Arif Khan ha detto nel suo rapporto che Facebook aveva risposto alla loro lettera e ha mostrato la sua buona volontà nel rimuovere i contenuti ritenuti blasfemi. Ha poi detto che il governo federale ha portato dalla sua altri 27 ambasciatori di paesi musulmani sulla questione. Inoltre, ha ricordato che sono stati effettuati tre arresti finora, riporta Dawn.

Le forze dell’ordine hanno anche trovato contenuti blasfemi nei laptop e nei dispositivi mobili degli arrestati.

La pakistana Federal Investigation Agency, Fia, il 24 marzo ha arrestato tre persone in relazione ad un caso di pubblicazione di contenuti blasfemi sui social media. I tre sono stati portati davanti a un tribunale anti-terrorismo; i portatili degli arrestati sono stati sequestrati per l’analisi forense.

Il Ministro ha poi detto che vietare Facebook «non è la soluzione del problema».

La Pakistan Telecommunication Authority, Pta, aveva in precedenza detto che un team, composto da 25 membri, ha ricercato on-line i contenuti blasfemi e che l’autorità giudiziaria aveva finora preso provvedimenti nei confronti di 40 pagine.

Ha aggiunto che l’amministrazione di Facebook ha compreso il problema e «ha assicurato di rispettare la nostra richiesta (…) il fatto che Facebook abbia accettato le nostre richieste è un grande risultato», si legge nella nota del Pta.

Il governo aveva avvicinato Facebook all’inizio di questo mese per questioni inerenti l’accesso di tre pagine accusate di diffondere contenuti blasfemi. Facebook nella sua risposta aveva detto di essere a conoscenza delle riserve del governo e che vuole risolvere il problema attraverso il dialogo bilaterale e la comprensione reciproca.

Il management di Facebook aveva anche deciso di inviare una delegazione in Pakistan per indagare sui contenuti che il governo considera blasfemi.

Maddalena Ingrao