PAKISTAN. Militarizzato il CPEC sino-pakistano 

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Il Corridoio economico Cina-Pakistan, Cpec, è destinato a diventare una sezione cruciale della più ampia Belt and Road Initiative, il megaprogetto di Pechino che mira a migliorare «la connettività a tutto tondo attraverso la costruzione di infrastrutture».

L’esercito pakistano prevede di dispiegare un’ulteriore forza speciale delle dimensioni di una divisione per proteggere i progetti del Corridoio Economico Cina-Pakistan, Cpec, ha detto il portavoce militare il generale Asif Ghafoor ai giornalisti cinesi. Parlando con i media cinesi, infatti, Ghafoor ha sottolineato che una forza di dimensioni di una Divisione è già stata dispiegata per proteggere il progetto di 50 miliardi di dollari del Corridoio Economico Cina-Pakistan, riporta Sputnik.

Parlando della minaccia terroristica che il suo paese sta affrontando, il portavoce militare ha dichiarato che la situazione della sicurezza nel Balochistan è migliorata dal lancio del l’iniziativa del Cpec: «La situazione di Gwadar di oggi non è più quella di due anni fa e in futuro sarà alla pari con i porti dei paesi sviluppati (…) Anche se ci sono alcuni sporadici incidenti terroristici, gli investitori non dovrebbero essere scoraggiati e devono invece mantenere intatta la loro fiducia nella pace», ha sottolineato Ghafoor.

Nel mese di marzo, la Cina ha dispiegato un suo contingente anche nella provincia pakistana di Sindh, che dista circa 90 chilometri dal confine internazionale del Pakistan con l’India. Il Corridoio economico Cina-Pakistan è un insieme di progetti infrastrutturali in costruzione in Pakistan. Originariamente il suo valore era di 46 miliardi di dollari, ma si stimava che già nel 2017 fosse arrivato a 62 miliardi di dollari.

Dall’inizio della costruzione del corridoio oltre cinque anni fa, il numero di progetti nella prima fase è cresciuto fino a raggiungere la quota di 22, con il risultato di creare decine di migliaia di posti di lavoro per i residenti locali e di fornire elettricità a 8,6 milioni di famiglie, secondo quanto riportato dai media pachistani.

Luigi Medici