
Il Pakistan sta valutando la possibilità di cedere i terminal del porto di Karachi agli Emirati Arabi Uniti, in quello che potrebbe essere il primo trasferimento di questo tipo previsto dalla legislazione promulgata lo scorso anno per aiutare il governo in difficoltà a reperire fondi di emergenza.
Il ministero delle Finanze pakistano ha recentemente annunciato la creazione di un organismo interagenzie incaricato di negoziare il passaggio di proprietà, a seguito di una serie di riunioni di un comitato di gabinetto per gli accordi intergovernativi, riporta Nikkei.
Non sono ancora chiari ulteriori dettagli, tra cui se il Pakistan voglia trasferire i diritti operativi o vendere il porto agli Emirati Arabi Uniti.
Situato nel nord del Mar Arabico e a est del Golfo di Oman, il porto di Karachi è il più grande del Pakistan e gestisce circa il 60% delle merci del Paese. Gli Emirati Arabi Uniti mirano probabilmente a rafforzare i legami logistici con il Pakistan attraverso questo potenziale accordo.
Le spedizioni da un porto degli Emirati Arabi Uniti che si affaccia sul Golfo di Oman a Karachi sarebbero più rapide ed efficienti rispetto a quelle che passano attraverso lo Stretto di Hormuz, come ha dichiarato a maggio un dirigente portuale emiratino.
L’economia pakistana è stata portata sull’orlo del collasso dall’inflazione e da estese inondazioni. A fronte di un potenziale default, il governo ha recentemente ricevuto un prestito di 1 miliardo di dollari dalla Cina, che detiene circa il 30% del debito estero del Pakistan.
Il Pakistan ha anche iniziato a importare per la prima volta il greggio russo a basso costo.
La situazione del Pakistan è stata paragonata a quella dello Sri Lanka, dove l’aumento del debito ha costretto il governo a cedere le operazioni del porto di Hambantota alla Cina con un contratto di locazione di 99 anni. L’anno scorso lo Sri Lanka è andato in default sul suo debito.
Maddalena Ingrao