PAKISTAN – Peshawar 01/03/2014. Sono di contrabbando, ma un gran numero di pakistani dipendono dai farmaci prodotti in India e contrabbandati in Pakistan.
Riporta l’agenzia Ips che sia i pazienti che i medici dicono che sono a buon mercato ed efficaci, e la polizia “guarda” dall’altra parte. I due paesi non hanno un accordo commerciale in materia di medicinali, ma i mercati nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa, nel nord del Pakistan, fanno ottimi affari con i medicinali “made in India” venduti al banco. I medici nelle zone rurali li prescrivono a persone che non possono permettersi i prodotti farmaceutici delle multinazionali occidentali o non trovano marchi locali efficaci. Ad esempio, la famotidina, un farmaco di produzione locale usato per le malattie gastriche, è disponibile per 200-500 rupie pakistane (1,90-4,70 dollari) mentre lo stesso preparato, generico, dall’India viene venduto a 30-50 rupie (da 30 a 45 centesimi). La maggior parte delle 60mila farmacie nel Khyber Pakhtunkhwa e nelle Fata fanno ottimi affari con questi farmaci indiani come antibiotici, antidolorifici , iniezioni anti-cancro, tranquillanti e farmaci anti-ipertensivi tra questi ci sono paracetamolo, diclofenac, misoprostol, amoxicillina e l’ampicillina. Il contrabbando passa dall’Afghanistan perché questopaese acquista i farmaci dall’India nel quadro di un accordo commerciale e da lì le medicine sono contrabbandate alle aree confinanti. La polizia, pur essendo a conoscenza della portata del fenomeno, preferisce non intervenire perché tutto va a vantaggio della popolazione. Ci sono circa 200 multinazionali e 300 aziende farmaceutiche locali che vendono farmaci in Pakistan, ma i loro prodotti sono costosi perché le multinazionali importano la materia prima dai loro paesi di appartenenza; mentre i generici commercializzati da aziende locali spesso non sono efficaci e non sempre sono prescritti dai medici, riporta Ips. L’ufficio federale del controllo di qualità del Pakistan ha spesso testato i farmaci indiani e li ha trovati efficaci, quindi fermare la vendita di farmaci indiani di contrabbando equivarrebbe a negare il trattamento per le persone povere. Addirittura i farmaci indiani sono anche utilizzati dai pazienti affetti da virus Hiv.