PAKISTAN. Dopo l’attentato, Pechino interverrà direttamente nella sicurezza del CPEC

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A seguito di un attacco terroristico che ha ucciso nove ingegneri cinesi nel nord del Pakistan la scorsa settimana, Pechino ha aumentato la pressione su Islamabad, rinviando un comitato congiunto per la Belt and Road Initiative e fermando un progetto idroelettrico da miliardi di dollari.

Il progetto idroelettrico Dasu attualmente in costruzione nel nord-ovest del Pakistan è guidato dalla China Gezhouba Group Company, Cggc, con un costo stimato di oltre 4 miliardi di dollari; è previsto che abbia una capacità di 4320 Mw. Contrariamente a quanto riportato dai media, il progetto non fa parte del China-Pakistan Economic Corridor, Cpec, ma è finanziato dalla Banca Mondiale, riporta Nikkei.

Dopo che 13 persone sono state uccise nell’esplosione di un autobus nel distretto di Kohistan il 14 luglio, tra cui nove cittadini cinesi che lavoravano alla diga, l’ufficio estero del Pakistan ha definito l’incidente un guasto meccanico. Questo ha scatenato una forte risposta da Pechino, chiedendo che Islamabad indaghi sull’esplosione.

Il primo Ministro pakistano Imran Khan ha poi assicurato al premier cinese Li Keqiang che Islamabad indagherà sull'”attacco terroristico”, che avrebbe preso di mira i cinesi. I funzionari pakistani hanno successivamente trovato tracce di esplosivi sul posto, dando peso alla teoria del sabotaggio. Una squadra cinese di 15 membri è in Pakistan per indagare sull’incidente. Finora nessun gruppo terroristico ha rivendicato l’attacco.

La reazione iniziale di Pechino è stata quella di annullare la decima riunione del comitato di coordinamento congiunto. Presieduto congiuntamente da Pakistan e Cina, il Jcc è l’organo di governo del Cpec, la componente pakistana da 50 miliardi di dollari della Belt and Road.

La riunione di quest’anno avrebbe dovuto approvare il meccanismo di finanziamento del progetto ferroviario Main-Line 1. Il Pakistan vuole che la riunione del Jcc si tenga presto, ma questo non sarà possibile senza il via libera di Pechino.

Oltre a rimandare la riunione del Jcc, la Cina ha anche sospeso i lavori sul progetto idroelettrico Dasu. CGGC ha poi annunciato il 17 luglio che non continuerà i lavori e che la maggior parte dei dipendenti locali saranno licenziati. I funzionari hanno detto che dopo l’annuncio, Islamabad ha chiesto alla Cggc di ripensarci per evitare un contraccolpo interno. L’azienda cinese ha successivamente ritirato il suo ordine di terminare i contratti dei dipendenti locali.

Si ritiene che l’attacco sia stato un duro colpo per gli interessi cinesi in Pakistan: le ricadute della situazione in Afghanistan saranno dirette agli interessi cinesi in Pakistan, e la Belt and Road rischia di diventare l’obiettivo principale.

Anche se le forze ostili alla Cina hanno alzato la posta contro il Cpec in Pakistan, la Cina ha risposto con un atteggiamento più aggressivo. Global Times ha notato in un editoriale che le forze antigovernative in Pakistan che prendono di mira il personale e i progetti cinesi incorreranno nell’ira di Pechino: «La Cina non solo fornirà il supporto e l’assistenza necessari se la forza del Pakistan è insufficiente, i missili e le forze speciali cinesi potrebbero anche partecipare direttamente alle operazioni per eliminare le minacce contro i cinesi in Pakistan con il consenso del Pakistan. Daremo un esempio come deterrente».

La forte reazione del governo cinese fa pensare infatti a un cambiamento nell’approccio di Pechino agli atti di sabotaggio contro i suoi interessi in Pakistan: Pechino potrebbe aver esaurito la pazienza e probabilmente “affronterà di petto” le minacce.

Luigi Medici