
Il Pakistan intende discutere un accordo di fornitura di petrolio a lungo termine con la Federazione Russa. Come scrive il portale The News, il Pakistan sta cercando di diversificare le sue fonti delle forniture di materie prime e far fronte ai prezzi elevati dei prodotti petroliferi. Una delegazione pakistana guidata dal ministro dell’Energia Muhammad Ali parteciperà alla Settimana russa dell’energia dal 10 al 12 ottobre per discutere della cooperazione energetica.
La prima spedizione di petrolio russo è arrivata in Pakistan nel giugno di quest’anno, dopodiché le forniture sono state interrotte. Il Pakistan importa circa 70 milioni di barili di petrolio all’anno (circa 10 milioni di tonnellate) e potrebbe coprire più di un terzo delle sue importazioni totali di petrolio dal petrolio russo. Nel 2021, le forniture di petrolio al Pakistan sono state effettuate dall’Arabia Saudita (50,6%) e dagli Emirati Arabi Uniti (41,3%).
In cambio la Russia potrebbe avere un passaggio su rotaia per i suoi beni. Il presidente del consiglio di amministrazione della Zona economica speciale di Sarkhs, nel nord-est della provincia di Khorasan, Razavi, ha annunciato il trasporto ferroviario di 100mila tonnellate di gas russo verso il Pakistan attraverso l’Iran. Egli ha inoltre annunciato l’inizio delle consultazioni per la conclusione di un nuovo contratto per il trasporto del secondo lotto di gas russo in Pakistan.
Dopo la creazione della ZES Sarkhs nel 2015, la ferrovia Sarkhs-Tayne è diventata un’arteria vitale che collega i paesi della regione asiatica con la Russia. L’anno scorso, aziende straniere provenienti da Cina, Russia, Turchia, Emirati Arabi Uniti e Afghanistan hanno investito 90 milioni di dollari nella SEZ di Sarkhs.
Sarkhs inoltre ora fa parte del corridoio Sud che permetterà alla Russia di trasportare tutte quelle merci che sono sotto embargo in occidente consentendo la vendita ai paesi bisognosi e richiedenti. Non a caso si vocifera che a certe condizioni la Russia sia pronta a riconoscere il governo talebano, questo consentirebbe di ampliare le relazioni e forse di poter intervenire in aree di confine molto calde per gli “stan” vicino a Mosca.
Antonio Albanese