Dall’open source all’open hardware

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ITALIA – Roma 10/10/2013. Dopo i forti imbarazzi legati al caso Snowden e le ammissioni fatte dalle grandi case sui loro legami con le agenzie di spionaggio statunitensi, Nsa in testa, sta prendendo sempre più piede e spazio il movimento “open hardware” affrancabile all’omologo “open source” software che ha portato allo sviluppo di Mozilla Linux et similia.

L’open-source comporta un approccio particolare allo sviluppo di un prodotto: accesso universale ad un progetto, capacità universale di modificarlo e ridistribuirlo. I prodotti open-source hanno quindi due caratteristiche: sono disponibili gratuitamente e possono essere usati e manipolati senza restrizioni. Esiste un terzo tipo di libertà insito nei sistemi open-source: la libertà di controllare. Un software open-source  può essere controllato da esperti di sicurezza indipendenti per scoprirne le vulnerabilità. 

Forse la più grande storia del successo open-source è Internet stesso: i protocolli di comunicazione e i software che li implementano sono progettati in maniera sinergica e collaborativa da programmatori al di fuori del controllo di persone, aziende o governo. Il livello fisico dell’infrastruttura Internet, l’hardware e il firmware non sono open-source. Le più grandi aziende informatiche detengono la proprietà e vendono  il loro prodotto a governi, università, aziende private e chiunque altro che voglia creare una rete. Le aziende che li producono sono in competizione tra di loro e per mantenere aperti i loro canali con i governi, Usa in testa, che premono per avere accesso ai dati che girano sulle loro reti potrebbero decidere di “collaborare” con il governo in tema di sorveglianza. Per rendere Internet meno sensibile alla sorveglianza, si sta pensando negli States soprattutto di ricreare a livello fisico una infrastruttura basata sui principi open-source. Già oggi esistono una serie di esperimenti in tal senso e governi interessati come quello del Brasile che non intendono coinvolgere aziende statunitensi, che potrebbero utilizzare simili apparecchiature Usa-Nsa free.

Ovviamente l’open source hardware non è una panacea ma renderebbero gli sforzi di sorveglianza della rete più difficile e forse meno efficace.