Olio di Palma bloccato a Rotterdam

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di Maddalena Ingroia PAESI BASSI – Rotterdam 28/09/2016. Gli attivisti di Greenpeace hanno impedito l’attracco al porto di Rotterdam di una nave che trasporta olio di palma importato dell’azienda malese Ioi. Secondo lo studio di Greenpeace International  “A Deadly trade-off”, la Ioi distruggerebbe le foreste primarie indonesiane e violerebbe i diritti umani.

 

La nave Greenpeace Esperanza è ormeggiata sul retro della raffineria e sta impedendo lo scarico dell’olio di palma. Tra gli attivisti ci sono anche due indonesiani che hanno sofferto in prima persona gli effetti degli incendi appiccati per realizzare le piantagioni di palma. L’olio di palma è un bene utilizzato in più della metà dei prodotti da supermercato, come biscotti, merendine, shampoo e dentifrici. Negli ultimi 15 anni l’area occupata dalle piantagioni di palma da olio in Indonesia è raddoppiata, passando da quattro a otto milioni di ettari. Si prevede che entro il 2020 crescerà di ulteriori cinque milioni di ettari. Quest’espansione ha causato deforestazione e drenaggio delle torbiere per anni, creando le condizioni ideali per il dilagare dei vasti incendi boschivi che hanno devastato l’Indonesia negli ultimi due decenni.

 

Gli incendi dello scorso anno sono stati catastrofici e hanno avvolto la regione in una nube di fumo e ceneri per mesi. Tra luglio e ottobre 2015 più di 2 milioni di ettari di torbiere e foresta indonesiana sono stati consumati dalle fiamme. Questa nube soffocante ha anche causato lo scorso anno oltre centomila morti premature in tutto il Sud-est asiatico, come ha rivelato la settimana scorsa uno studio delle università statunitensi di Harvard e Columbia. Greenpeace ha chiesto a Ioi di firmare un impegno ad assicurare una catena di approvvigionamento sostenibile dell’olio di palma.