
La 51ª sessione dell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OIC), tenutasi a Istanbul dal 21 al 22 giugno 2025, ha rappresentato un momento cruciale per il mondo islamico, segnato da tensioni regionali senza precedenti a causa del conflitto tra Iran e Israele e dalla necessità di una risposta collettiva alle sfide geopolitiche in Medio Oriente. L’incontro, a cui hanno preso parte le delegazioni degli Stati membri, è stato preceduto da una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri della Lega araba, convocata su iniziativa dell’Iraq, per discutere a porte chiuse gli ultimi sviluppi, in particolare l’escalation tra Iran e Israele e le sue potenziali ripercussioni sull’intera regione. In questa occasione, il ministro degli Esteri iracheno, Fuad Hussein, ha assunto un ruolo centrale sia nella fase preparatoria sia durante la sessione OIC, ponendo l’accento sulla gravità della situazione regionale. Hussein ha messo in guardia dal rischio di un’espansione della guerra, sottolineando come il pericolo non riguardasse solo Iran e Israele, ma rappresentasse una minaccia alla stabilità di tutto il Medio Oriente. Ha inoltre evidenziato le possibili conseguenze della chiusura dello Stretto di Hormuz con la potenziale perdita di circa cinque milioni di barili di petrolio al giorno dai mercati internazionali, aggravando ulteriormente la crisi economica globale. In questo contesto, il ministro iracheno ha ribadito il rifiuto categorico di Baghdad verso qualsiasi violazione della sovranità nazionale, inclusa la violazione dello spazio aereo iracheno e l’utilizzo del Paese per regolare conti regionali, attribuendo a Israele la piena responsabilità giuridica e politica delle azioni aggressive nella regione.
Durante la sessione, l’Iraq ha proposto una serie di iniziative che sono state accolte e inserite nella “Dichiarazione di Istanbul”, il documento finale adottato dai Paesi membri. Tra queste spicca la ferma condanna delle politiche destabilizzanti di Israele, in particolare i recenti attacchi contro Iran, Siria e Libano, considerati una chiara violazione della sovranità di questi Stati. Un’altra proposta irachena approvata riguarda la creazione di un comitato congiunto permanente, aperto agli Stati membri dell’OIC, con il compito di promuovere il dialogo e lavorare per ridurre le tensioni regionali. Questa iniziativa, già avanzata durante la riunione d’emergenza araba, mira a fornire uno strumento concreto per affrontare in modo coordinato le crisi future, evitando l’escalation militare e favorendo soluzioni diplomatiche.
Significativo è stato anche l’incontro tra Fuad Hussein e il suo omologo iraniano Abbas Araghchi, durante il quale si è discusso delle conseguenze degli attacchi statunitensi contro impianti nucleari iraniani e delle possibili misure di ritorsione che Teheran intende adottare, tra cui la richiesta di una sessione di emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, con il sostegno della Russia. Hussein ha sottolineato la necessità di attivare rapidamente il gruppo di contatto ministeriale previsto dall’OIC, per contenere la crisi, aprire canali di dialogo e spianare la strada a soluzioni pacifiche. In parallelo, il ministro iracheno ha mantenuto un dialogo costante con la controparte turca, discutendo sia delle questioni regionali sia di temi bilaterali come le esportazioni di acqua e petrolio, fondamentali per la stabilità economica e politica della regione. Teheran, dal canto suo, ha espresso gratitudine alle autorità religiose, al popolo iracheno e alle forze politiche per il sostegno dimostrato in un momento così delicato.
La 51ª sessione dell’OIC si è dunque conclusa con l’adozione di misure concrete e con la riaffermazione della necessità di una risposta collettiva, basata sul rispetto della sovranità, sul dialogo e sulla diplomazia, per affrontare le sfide che minacciano la stabilità del Medio Oriente. In un contesto regionale segnato da crescenti tensioni e dal rischio concreto di un allargamento del conflitto, l’Iraq ha assunto un ruolo cruciale nel tentativo di evitare la sua inclusione diretta nelle ostilità. Il ministro degli Esteri Fuad Hussein ha più volte ribadito la ferma posizione di Baghdad contro qualsiasi violazione della sovranità nazionale, sottolineando che l’Iraq non sarebbe stato un terreno per regolare conti regionali o scontri tra potenze. Questa posizione ha rappresentato un messaggio chiaro e deciso, volto a preservare la stabilità interna e a impedire che il Paese venisse trascinato in una guerra non convenzionale che avrebbe avuto conseguenze devastanti per tutta la regione. L’iniziativa irachena di convocare la riunione d’emergenza della Lega araba e di proporre la creazione di un comitato congiunto permanente nell’ambito dell’OIC testimonia la volontà di Baghdad di farsi mediatore e facilitatore di un dialogo multilaterale, cercando di contenere le tensioni e prevenire un’escalation militare.
Elisa Cicchi
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