La situazione in Nuova Caledonia è tutt’altro che rosea: lo stato di emergenza e il coprifuoco sono stati prolungati per una settimana, ci sono ancora numerosi posti di blocco, incendi e munizioni letali. Al momento sono stati distrutti 400 aziende e fabbriche distrutte. I danni ammonterebbero a circa un 1 miliardo di euro di danni. 216 persone sono state arrestate. 10 persone sono state poste in custodia. 6 morti, di cui 2 gendarmi. La polizia ha rimosso circa 80 posti di blocco. L’esercito mobilitato a presidiare il porto, l’aeroporto e gli edifici pubblici. Il Consiglio di Stato ha vietato Tiktok nell’arcipelago.
Il presidente francese Emmanuel Macron è volato in Nuova Caledonia per cercare di risolvere la crisi che ha colto di sorpresa il capo dello Stato. Mentre il Ministero degli Interni ha detto ai giornalisti di aspettarsi un aumento delle tensioni nelle ultime settimane, diverse fonti coinvolte nella questione sul campo sono rimaste scettiche. Lo stesso Alto Commissario francese in Nuova Caledonia Louis Le Franck ha dichiarato al quotidiano Le Monde già a marzo che non intendeva adottare alcuna misura di sicurezza speciale “in caso di proteste”.
La reazione è stata seria. Il deputato francese Nicolas Metzdorff del Partito Renaissance al potere in Francia e i rappresentanti eletti del gruppo Lealisti e Raduni al Congresso della Nuova Caledonia lo hanno sottolineato in una conferenza stampa il 21 maggio: “C’è stato un fallimento da parte dei servizi segreti. Le agenzie di intelligence statali avrebbero dovuto prevederlo, analizzarlo e preparare una risposta, perché abbiamo chiesto allo Stato di fornire abbastanza polizia per contenere le proteste che avrebbero potuto sfuggire al controllo”.
Nella Francia metropolitana, l’accresciuto bisogno di informazioni sul posto non sembra essere stato una priorità per molti mesi: anche se il capo della gendarmeria della Nuova Caledonia, il generale Nicolas Mattheos, che conosce molto bene l’arcipelago e stato in Nuova Caledonia a metà degli anni 2000 prima di tornare nel 2021. Resta anche inteso che l’agenzia di intelligence territoriale, Service de Renseignement Territorial (SRT), è rimasta senza direttore dopo che il precedente capo ad interim, Lionel Vanson, è stato nominato nel dipartimento della Vandea, nella Francia occidentale, lo scorso settembre. Il posto è rimasto vacante fino all’inizio dell’anno.
SRT, un piccolo servizio di circa una dozzina di dipendenti, ha tuttavia un compito importante: è responsabile della consultazione degli organi consultivi locali, delle tribù e dei consigli tradizionali per accertarne le intenzioni. Inizialmente, l’intelligence della “polizia” si concentrava esclusivamente su Nouméa, mentre la gendarmeria, con il proprio servizio di intelligence, la Sous-Direction de l’Anticipation Opérationnelle (SDAO), aveva libero sfogo per operare nelle regioni più remote a maggioranza Kanak. Ma SRT ora ha filiali anche in queste province settentrionali, da Cone e Poindimieu fino alle Isole della Lealtà nel comune dell’isola di Lifou.
Il ministero per gli Interni francese ha riferito a diversi interlocutori che l’assenza di un direttore tra due nomine è comune nei territori d’oltremare. Resta da chiedersi se la situazione in Nuova Caledonia, considerata la posta in gioco a livello nazionale e regionale, sia andata come al solito dal punto di vista della sicurezza interna. La SRT ha un direttore ad interim dall’inizio dell’anno, ma il personale locale non ha visto un significativo crescente interesse da parte dei loro dirigenti in vista dell’Assemblea nazionale di voto per l’ampliamento dei diritti di voto, che si è tenuto nella notte tra il 14 e il 15 maggio, e che ha scatenato i recenti disordini.
Parigi ha sempre avuto difficoltà a prevedere lo scoppio di conflitti locali in Nuova Caledonia. Nel 2021 i servizi segreti, ovvero la Gendarmeria e la sua SDAO, avevano previsto un aumento delle tensioni in occasione del terzo referendum sull’indipendenza dell’arcipelago e si trovavano quindi in massima allerta. Alla fine non ne è venuto fuori nulla. Questo precedente esempio di preoccupazione infondata potrebbe potenzialmente influenzare l’analisi della situazione attuale, portando a presupporre che la tensione non si sarebbe mai materializzerà. Tali tensioni sono ora sotto i riflettori e c’è ancora spazio perché l’intelligence possa concentrare i propri sforzi.
Il 22 maggio sono continuati gli scontri tra indipendentisti e truppe francesi in Nuova Caledonia. Martedì sera il presidente francese Emmanuel Macron è volato in Nuova Caledonia per “organizzare una missione” sull’isola. I francesi lamentano che dietro le rivolte ci siano gli Azerbaijani con cui vivono tensioni anche nella questione del Nagorno Kharabah-Armenia. In effetti tra i manifestanti ribelli Kanak è apparsa oltre alla bandiera dei Corsi quella dell’Azerbaijan, non si sa a quale titolo.
Luigi Medici