NORVEGIA. L’Aurora Boreale di Oslo in fondo al Mare del Nord

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La Norvegia ha approvato martedì scorso un gigantesco progetto per catturare e immagazzinare CO2 sotto il Mare del Nord, una tecnologia che potrebbe aiutare gli sforzi per ridurre le emissioni di carbonio. Il progetto Aurora Boreale mira a iniettare la CO2 catturata dalle aziende industriali norvegesi in formazioni geologiche a 2.600 metri sotto il fondale marino, dove dovrebbe essere intrappolata in modo permanente.

Il progetto Aurora Boreale comprende la cattura di CO2 da fonti industriali nella regione del fiordo di Oslo la spedizione di CO2 liquida da questi siti di cattura industriale a un terminale onshore sulla costa occidentale norvegese. Da lì, il CO2 liquefatto sarà trasportato con un gasdotto a un sito di stoccaggio permanente offshore sottomarino nel Mare del Nord.

Il progetto su larga scala è il risultato dell’ambizione del governo norvegese di sviluppare una catena del valore CO2 su larga scala in Norvegia entro il 2024. In quest’ambito, il governo ha pubblicato studi di fattibilità su cattura, trasporto e stoccaggio nel 2016. Insieme, questi studi hanno dimostrato la fattibilità della realizzazione di un progetto reale.

Inizialmente il progetto mira a catturare e immagazzinare 1,5 milioni di tonnellate di CO2 all’anno a partire dal 2024, ma potrebbe essere ampliato per gestire fino a 5 milioni di tonnellate all’anno. Il giorno dopo che i legislatori norvegesi hanno dato il via libera, martedì il governo ha accettato di finanziare l’80% dei 650 milioni di euro del costo della prima fase del progetto, riporta Afp.

«La cattura e lo stoccaggio del carbonio è importante per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi che mira a limitare l’aumento delle temperature globali riducendo le emissioni di carbonio», ha detto il ministro norvegese del Petrolio e dell’energia, Tina Bru.

I costi proibitivi hanno finora frenato la cattura e lo stoccaggio del carbonio così come la tecnologia, anche se negli ultimi anni sono stati annunciati diversi progetti. Ma anche se può aiutare a decarbonizzare le industrie pesanti, molti ambientalisti la vedono come una falsa soluzione, in quanto giustificherebbe il mantenimento di una produzione sporca.

La compagnia petrolifera norvegese Equinor, la francese Total e l’anglo-olandese Shell sono partner del progetto. Il progetto inizialmente prenderà la CO2 liquefatta da un cementificio e la trasporterà via nave al sito di iniezione. Un inceneritore di Oslo potrebbe anche fornire CO2 in futuro.

Anna Lotti