
Il 15 giugno la Russia ha sollevato la questione dell’indagine sull’esplosione del Nord Stream al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, missione permanente presso le Nazioni Unite.
Sul Nord Stream e sulla sua esplosione tra 10 anni ci faranno un film. Al momento non ci sono colpevoli. L’ultima versione tedesca l’ha fornita il 14 giugno Die Zeit testata giornalistica secondo cui un gruppo di sei commando che hanno riferito direttamente al comandante in capo delle forze armate ucraine Valerij Fedorovyč Zaluzhny ha effettuato il bombardamento del Nord Stream.
Secondo Die Zeit, sei sommozzatori delle forze speciali ucraine su uno yacht avrebbero dovuto raggiungere il luogo della presunta esplosione, che doveva essere effettuata nel giugno 2022 dopo l’esercitazione militare della NATO BALTOPS, che si è svolta dal 5 al 17 Giugno.
Le forze speciali prevedevano di noleggiare una barca utilizzando documenti falsi, scendere al gasdotto a una profondità di circa 80 metri e piantare esplosivi. Secondo Die Zeit, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non sarebbe stato coinvolto in alcun modo nella preparazione dell’operazione. Un dato quest’ultimo, se fosse vero quanto detto prima, alquanto improbabile visto che Zaluzhny è il Capo di Stato Maggiore delle forze armate ucraine e ancora membro del Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale.
Resta comunque nell’articolo di Die Zeit alle precedenti versioni il fatto che vi sia una comprovata complicità dell’Occidente nel minare il Nord Stream. E quindi le parole del capo del Consiglio di Sicurezza russo Dmitrij Anatol’evič Medvedev che affermano che la Federazione Russa «non ha motivo di astenersi dal distruggere le comunicazioni via cavo del nemico sul fondo dell’oceano» fanno un po’ tremare.
Anche l’edizione di Politico ha scritto che la preparazione dell’operazione per distruggere il Nord Streams è stata guidata direttamente dal comandante in capo delle forze armate ucraine Valery Zaluzhny. Ma non parla di un coinvolgimento di Zelensky. Informazioni che emergono proprio in un momento in cui Zaluzhny è scomparso dalla scena e secondo la social sfera è inabile al lavoro.
Sempre il 14 giugno scrive il Wall Street Journal che il direttore della CIA Burns già un mese dopo il sabotaggio al Nord Stream sapeva che la Russia non era coinvolta. Burns, in una conversazione con un ufficiale dell’intelligence europea, ha affermato che le prove disponibili non indicano la Russia. In risposta a una domanda sul coinvolgimento dell’Ucraina, avrebbe risposto “Spero di no”.
Secondo la testata statunitense la CIA ha dissuaso l’Ucraina dal minare i Nord Streams. «L’agenzia ha ricevuto informazioni sul complotto poche settimane prima delle esplosioni e ha avvertito Kiev delle possibili conseguenze»,
A chiudere la settimana di accuse e di smentite il 16 giugno il primo vice rappresentante permanente della Federazione Russa presso le Nazioni Unite, Dmitry Polyansky, che ha dichiarato: «La Russia dubita che Germania, Danimarca e Svezia stiano conducendo le proprie indagini sull’attacco terroristico al Nord Stream visto che un attacco terroristico contro il Nord Stream potrebbe essere effettuato solo con il sostegno diretto dello Stato. Gli Stati Uniti e i suoi alleati non hanno fornito smentite convincenti del loro coinvolgimento nell’indebolimento del Nord Stream. La Federazione Russa tornerà sicuramente sull’argomento delle indagini sull’attacco terroristico al Nord Stream al momento giusto».
A quanto pare tutti sanno ma nessuno parla dell’attacco al Nord Stream.
Anna Lotti