NIGERIA. Trovati i fondi per pagare i terroristi del Delta

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Il presidente della Nigeria Muhammadu Buhari ha approvato nei giorni scorsi altri 111 milioni di dollari per il programma di amnistia per i militanti  del gruppo Niger Delta Avengers, secondo una dichiarazione rilasciata dalla presidenza nigeriana.

I fondi aggiuntivi saranno utilizzati, stando a quanto riporta Africa News, per finanziare «i pagamenti mensili dell’amnistia, l’attività di reintegrazione e i programmi di formazione e occupazione».

Il governo nigeriano ha iniziato a finanziare un programma di amnistia nel 2009 per combattere la violenza nel Delta del Niger, nel sud-est del paese, dove gruppi militanti si sono opposti alla presenza di compagnie petrolifere estere, chiedendo una ridistribuzione della ricchezza petrolifera della regione attraverso una serie di attacchi agli impianti petroliferi. Tra questi, il gruppo Niger Delta Avengers che ha rivendicato la maggior parte degli attacchi nel 2016.

Questi attacchi contro gli oleodotti hanno gravemente influenzato la produzione di petrolio della Nigeria, scesa intorno ai 700 mila barili al giorno dai circa 1,5 milioni di bpd precedenti. Tuttavia, secondo la Nigerian National Petroleum Corporation, all’inizio di maggio Il paese stava producendo 2 milioni di barili al giorno.

Nell’ambito del programma di amnistia, ogni ex militante ha diritto a 65 mila naira al mese più formazione professionale. Il programma era andato in crisi a marzo per mancanza di fondi. Le autorità avevano infatti tagliato il bilancio dei pagamenti in contanti ai militanti per porre fine alla corruzione; in un secondo momento i pagamenti erano stati ripresi per timore di nuovi attacchi che avrebbero compromesso i ricavi petroliferi.

I danni causati dagli attacchi all’industria petrolifera della Nigeria hanno infatti esacerbato una flessione nella più grande economia africana, scivolata in recessione nel 2016 per la prima volta in 25 anni, in gran parte a causa dei bassi prezzi del petrolio. Le vendite di petrolio greggio rappresentano circa due terzi delle entrate governative.

Luigi Medici