Produzione di greggio nigeriano a rischio

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NIGERIA – Abuja 11/05/0216. Una serie di attacchi contro le infrastrutture petrolifere della Nigeria hanno trascinato la sua produzione di greggio al punto più basso in 22 anni, creando una forte pressione sulle finanze del paese africano.

Se la Shell ha dovuto evacuare in fretta gli operai dal giacimento Bonga, nel delta del Niger meridionale in seguito ad una minaccia terroristica, la Chevron è stata costretta a chiudere il suo impianto off-shore di Okan, che produceva 35mila barili al giorno, dopo una serie di attacchi. Shell, inoltre, riporta Defence Web in forma non ufficiale, ha detto che le recenti agitazioni non avevano influenzato la produzione, ma Forcados è ancora chiuso e da lì uscivano 250mila barili al giorno. Gli episodi sistemici di violenza hanno depresso a tal punto la produzione del più grande produttore africano di petrolio, che si sono registrati solo 1,69 milioni di barili al giorno di maggio, il livello più basso dal giugno 2007, mostrano i dati che riportano la cifra di 1,68 milioni di barili al giorno. Se le cose continuassero in questa maniera, si toccherebbero il record negativo del 1984 con 1,46 milioni barili, secondo i dati. Il bilancio 2016 di Abuja prevede 2,2 milioni di barili al giorno di produzione di petrolio a 38 dollari al barile. La Energy Information Administration ha osservato, poco tempo fa, che un sabotaggio all’oleodotto e ulteriori interruzioni nella fornitura, aumentate nel 2016, avrebbero colpito direttamente le finanze del paese, perché la Nigeria dipende fortemente sulle entrate del petrolio e le sue fluttuazioni incidono direttamente nella sfera delle entrate. Nonostante le annunciate strette sui sabotatori, la violenza potrebbe allontanare gli investimenti dal paese.