NEPAL. Si contano i danni dopo le alluvioni improvvise 

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È iniziata la conta dei danni in Nepal dopo le inondazioni e le frane innescate da forti piogge. Almeno 192 persone sono morte e 32 sono ancora disperse in due giorni di piogge incessanti causate da un sistema di bassa pressione nel Golfo del Bengala e sulle aree dell’India al confine con il Nepal.

Nelle aree settentrionali del Bangladesh, separate dal Nepal da una sottile striscia di territorio indiano, più di 100.000 persone sono rimaste bloccate a causa delle forti piogge e dell’afflusso di acqua da monte, riporta Reuters.

La valle di Kathmandu circondata dalle colline, che ospita quattro milioni di persone e la capitale, da sola ha registrato 56 morti e ha subito una delle peggiori devastazioni degli ultimi anni, in cui i fiumi hanno traboccato e allagato case, ospedali, strade, ponti e mercati. Prithvi Subba Gurung, ministro portavoce del gabinetto, ha affermato che il governo sta valutando l’entità dei danni e il costo della ricostruzione.

Alcune stazioni meteorologiche a Kathmandu hanno registrato le precipitazioni più alte in 24 ore da decenni; la costruzione e l’urbanizzazione casuali a Kathmandu senza ingegneria e pianificazione di base hanno contribuito agli enormi danni, afferrano gli esperti nepalesi.

La geografia, il territorio, i sistemi fluviali, i modelli monsonici e il potenziale per eventi climatici estremi del Nepal devono essere presi in considerazione per tale pianificazione, alla luce dei recenti eventi. 

Gli scienziati del clima hanno affermato: “Il cambiamento climatico ha avuto un ruolo significativo nell’aggravare il disastro, aggravato da una scarsa pianificazione urbana e infrastrutturale”, ha affermato l’International Centre for Integrated Mountain Development di Kathmandu.

In Bangladesh, vaste aree di terra in cinque distretti settentrionali sono state sommerse dopo l’improvviso aumento del fiume Teesta, che ha superato il limite di guardia in diversi punti, hanno affermato i funzionari del distretto.

Le acque in aumento hanno devastato vaste aree di terreni agricoli, spazzando via raccolti come riso e verdure, insieme ad allevamenti ittici, lasciando molti agricoltori ad affrontare gravi perdite. Anche case, strade e infrastrutture critiche sono state inondate, costringendo le persone a fuggire verso terreni più elevati per mettersi in salvo.

La situazione potrebbe peggiorare nei prossimi giorni, con l’ufficio meteorologico del Bangladesh che ha lanciato l’allarme per ulteriori piogge.

Maddalena Ingrao

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