NEPAL – Kathmandu. 07/12/13. Dopo aver subito una perdita inattesa e umiliante alle lezioni del 19 novembre, dove gli elettori hanno eletto la nuova Assemblea Costituente, il partito del del Nepal PCN (maoista) è andato in crisi.
Prima delle elezioni, i pezzi grossi del partito erano sicuri che sarebbero stati in grado di ottenere i due terzi dei voti che avrebbero portato a un governo maoista, quindi, in estrema sintesi, crebbero portato avanti l’agenda preparata in 10 anni di insurrezioni.
Un sogno infranto il 20 novembre a elezioni finite. Per il partito in carica dal 2008 è stato un duro colpo. Il PCN si è piazzato al terzo posto, non abbastanza per portare avanti le proprie idee, non abbastanza forti per imporre le iniziative. Tra gli impegni del partito garantire la pace nel Paese attraverso il varo di una costituzione, ricalcando quanto già fatto nel 2006. Quanto il PCN raggiunge un accordo con i partiti tradizionali per un accordo globale di pace (CPA) in cui si decise di abbandonare la violenza in favore della stabilità e dello sviluppo. In questi anni è stata abolita la monarchia, le comunità prima emarginate sono state incluse negli organi statali. Secondo gli sconfitti alla base della loro non conferma alla guida del paese, una congiura governativa. Secondo una indagine intra- partito guidato da Barsha Man Pun il meccanismo dello stato ha lavorato per sconfiggere il partito. Visto la sconfitta si allontana la possibilità di arrivare alla compilazione di un a nuova carta costituzionale.
Secondo alcuni analisti politici invece, la sconfitta, va vista nella nascita di un nuovo partito costola del PCN (maoista). Adesso per capire il destino della carta costituzionale ma più in generale del Nepal bisogna vedere quali saranno le alleanze di governo. La palla è ora nelle mani degli altri due principali partiti politici, il Partito del Congresso Nepalese e il CPN – UML, chiamati a portare a termine la stesura della nuova costruzione. Questi due grandi partiti dovranno convincere il PCN ( maoista) per ricongiungersi agli sforzi, o l’impasse politica continuerà.