La NATO e la sicurezza europea su misura

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ITALIA – Roma 09/06/2016. La Nato rafforza le difese sul fianco Est. Gli Usa a breve dovrebbero schierare, in ambito alleato, un battaglione insieme a tre battaglioni alleati sul fianco orientale dell’Europa come deterrente per eventuali futuro aggressioni russe, riporta Military.com.

Il piano per rafforzare la presenza militare in Polonia e negli Stati baltici dovrebbe essere discusso al vertice di Varsavia il 8 e 9 luglio prossimi.
Gli Usa dal 2014 hanno condotto una serie di esercitazioni congiunte ai confini con la Russia e finora la risposta militare della Nato è arrivato sotto forma di operazioni aviotrasportate su piccola scala che coinvolgono diversi paesi.
Il Pentagono ha recentemente annunciato che prevede di dispiegare un gruppo corazzato da combattimento in Europa orientale a febbraio 2017, riporta Ap, andandosi ad unire a quelle già presenti in area. La Russia rischia di vedere il dispiegamento di forze addizionali come una minaccia, ma non è chiaro come potrebbe reagire, per ora Mosca ha dichiarato che avrebbe mosso tre divisioni nel Distretto militare occidentale; secondo le stime statunitensi, i russi, dal 2008 ad oggi, hanno modernizzato la struttura militare concentrandosi sulla mobilitazione rapida: sarebbero in grado di dislocare oltre 80mila uomini entro 48 ore. Sempre in vista del vertice di Varsavia, l’Istituto polacco di affari internazionali, Pism, ha pubblicato recentemente un studio dedicato al futuro della pace sul Vecchio Continente: Nato and the future of peace in Euriope: towards a tailored approach. Nel documento si delinea un quadro sufficientemente fosco della sicurezza europea, ove proprio per la storia che caratterizza le relazioni tra Polonia e Russia, la minaccia principale alla sicurezza europea è individuata ad Est, cioè da Mosca, tralasciando completamente il settore Sud, quello del Mediterraneo, dove oggi tuona veramente il cannone e dove si concentrano guerra, distruzione e migrazioni forzose: «In Risposta alla minaccia russa, la Nato dovrebbe lanciare un adattamento più completa della sua politica e la capacità di deterrenza e difesa; prima di tutto, l’Alleanza dovrebbe cambiare la sua postura convenzionale sul fianco orientale bilanciando la sua capacità con una presenza multinazionale avanzata sufficientemente grande di forze da combattimento e una propria infrastruttura militare nella regione. La Nato ha anche bisogno di rispondere alla minaccia non convenzionale russa, che comprende sia la guerra elettronica che quella ibrida e nucleare basa su alleati o forze civili paramilitari; a tal fine, la Nato dovrebbe muoversi aggiornando la sua politica nucleare e, allo stesso tempo, sviluppare la cooperazione con l’Unione europea nel rilevare e reagire a potenziali crisi ibride». Il Pism dipinge uno scenario del tutto cieco sulle dinamiche in atto nei paesi dell’area Mena, fotografando una situazione in stallo che non tiene minimamente conto dei costi e dello sforzo russo e alleato verso Sud e che quindi sottrae risorse economiche e militari al “teatro europeo”. Si tratta comunque di una utile lettura.

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