MYANMAR. La Banca Mondiale prevede crescita bassa a causa della guerra civile

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La Banca Mondiale prevede che l’economia del Myanmar crescerà solo dell’1% nel corso dell’anno fino a marzo 2024,  poiché la crescente resistenza contro il regime militare del Myanmar ha interrotto il suo vasto commercio di frontiera.

Secondo il semestrale Myanmar Economic Monitor della Banca Mondiale, la crescita del prodotto interno lordo dovrebbe rimanere stagnante a circa il 2% nel prossimo anno fiscale, riporta Nikkei.

La valutazione arriva mentre i generali del Myanmar hanno lottato per reprimere l’opposizione contro il loro governo nel cuore del paese e non sono riusciti a contrastare una coalizione di forze di resistenza che recentemente ha costretto il regime a lasciare vaste aree di confine, privando l’esercito delle lucrose entrate commerciali del confine.

Il rapporto avverte che il conflitto, che si è intensificato in gran parte del Myanmar dalla fine di ottobre, sta causando sfollamenti, carenza di manodopera e aumento dei costi logistici. “Gli scontri armati hanno interrotto rotte commerciali vitali, in particolare nello stato settentrionale di Shan, che è un importante hub per il commercio al confine con la Cina. Anche le operazioni a diversi valichi di frontiera con Thailandia e India sono state interrotte”, afferma il rapporto.

I combattimenti hanno influenzato il commercio del Myanmar con i suoi vicini oltre i confini terrestri, che hanno rappresentato il 40% delle sue esportazioni e il 21% delle sue importazioni nei sei mesi fino a settembre 2023, ha affermato la Banca Mondiale. “Le principali vie di trasporto all’interno del Myanmar sono state bloccate, limitando la circolazione delle persone e il commercio di merci e causando carenza di cibo e altri beni di prima necessità nei mercati locali”.

La volatilità del kyat, le persistenti interruzioni di corrente e l’elevata inflazione hanno colpito anche le imprese e le famiglie, il che significa che ci sarà “poca crescita economica” nel paese nel breve termine.

Sotto il regime del generale Min Aung Hlaing, il Myanmar è l’unica economia dell’Asia orientale a non essere tornata ai livelli di attività pre-pandemici e, secondo la Banca Mondiale, rimane inferiore di circa il 10% rispetto al 2019.

Il regime militare fatica a domare la popolazione nonostante la repressione che prevede attacchi aerei e bombardamenti di artiglieria sui villaggi.

Gli eserciti etnici nello stato Shan settentrionale, in coordinamento con le forze anti-regime in altre parti del Myanmar, hanno lanciato la sfida più seria contro il regime da quando i generali hanno rovesciato il governo di Aung San Suu Kyi nel febbraio 2021. Si stima che centinaia di soldati siano stati ucciso in una resistenza congiunta nota come Operazione 1027.

La Banca Mondiale afferma che, anche se il conflitto si allentasse, si prevede che la crescita rimarrà contenuta nel resto del 2024 e nel 2025, citando il rallentamento dell’agricoltura, della produzione e del commercio. La crescita sarà limitata poiché l’incertezza legata ai conflitti frena i consumi e gli investimenti.

Secondo il rapporto della Banca Mondiale, l’inflazione dovrebbe rimanere intorno al 20% fino a marzo 2024. Le pressioni sulla bilancia dei pagamenti continueranno nel medio termine, con un previsto ampliamento del deficit commerciale e delle partite correnti rispettivamente al 6,8% e al 6,7% del Pil. Ciò sarà dovuto in gran parte al previsto rallentamento delle esportazioni, ha osservato la banca. Si stima che il deficit di bilancio complessivo rimarrà elevato al 5,7% del Pil fino a marzo 2024.

Gli elevati costi logistici, le restrizioni sul commercio e sui cambi e la carenza di energia elettrica hanno aumentato i costi delle attività commerciali e ridotto la competitività internazionale del settore dell’abbigliamento, afferma il rapporto Banca Mondiale.

Lucia Giannini 

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