MYANMAR. Facebook ha avuto un ruolo nel dramma dei Rohingya

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Il Myanmar, fino a poco tempo fa, aveva uno dei più bassi tassi di Internet del mondo, ma ora il paese è in gran parte collegato. Nel paese, Internet è sinonimo di Facebook. Ma qui, la diffusione di Facebook è al centro del conflitto sociale e politico.

Secondo quanto riporta Asia Times, la commissione d’inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite sul Myanmar, ha recentemente affermato che Facebook ha svolto un «ruolo determinante» in una crisi umanitaria che ha visto oltre 600.000 rohingya fuggire attraverso il confine in Bangladesh: «Facebook ha (…) contribuito in modo sostanziale al livello di acrimonia e di dissenso e di conflitto, se volete, all’interno del pubblico. L’incitamento all’odio è certamente una parte di questo».

Facebook ha fatto sapere che sta ancora lavorando per trovare il giusto approccio alla situazione in Myanmar. Anche se la piattaforma social ha fornito spazio alla diffusione di messaggi contro i rohingya, la diffusione dell’incitamento all’odio in Myanmar non si limita ai social media, con media tradizionali, film, cartoni animati, televisione e persino canzoni che hanno giocato un ruolo importante. Importante sì, ma mai quanto la portata di Facebook, riporta Asia Times.

In Myanmar, la domanda più diffusa è: “Se l’azienda, cioè Facebook, sta traendo vantaggio da un mercato, quello dei dati, quale responsabilità ha per assicurarsi di non contribuire in qualche modo allo spargimento di sangue su larga scala?”

Dieci anni fa, una carta sim in Myanmar costava circa 2.500 dollari, limitando l’accesso al telefono cellulare a una ristretta élite. Ma dopo che lo Stato ha rinunciato al suo monopolio sulle reti mobili, la concorrenza sul mercato ha portato il prezzo a circa 1,50 dollari. Con la conseguente esplosione degli utenti di telefonia mobile, la censura della sfera digitale da parte dello Stato è stata completamente erosa. Comunque, in un ambiente in cui l’alfabetizzazione digitale è bassa e il pensiero critico non è stato promosso dal sistema educativo dopo decenni di dominazione militare, molte persone non hanno la propensione o la capacità di controllare i fatti.

Gli account Facebook possono essere acquistati nei negozi di telefonia mobile. Attualmente in Myanmar sono registrati 30 milioni di account, anche se si tratta di una sottostima.

Inoltre, Facebook e Messenger sono stati precedentemente forniti gratuitamente al momento dell’ingresso nel mercato in Myanmar. Facebook è ora in grado di raccogliere informazioni più approfondite sulla popolazione bengalese, rispetto a qualsiasi servizio segreto o censimento ufficiale; in un paese in cui i dati reali sono scarsi, dopo decenni di regime militare autoritario, si tratta di una miniera d’oro.

Facebook è stato anche un vantaggio per il governo, che utilizza la piattaforma per rilasciare dichiarazioni ufficiali e diffondere la sua contro-narrativa. Le implicazioni per la manipolazione dell’opinione pubblica sono enormi. Così come la diffusione dei discorsi di odio. La cancellazione di account che incitano all’odio è stata molto lenta.      

Antonio Albanese