MYANMAR. Ecco chi è quanto durerà il nuovo dittatore di Yangon

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Dopo mesi di sabotaggi su presunte irregolarità nelle elezioni generali del Myanmar dell’8 novembre, il generale Min Aung Hlaing ha attuato il terzo colpo di stato del paese dall’indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1948.

Il comandante in capo dei servizi di difesa ha invocato poteri basati sulla sezione 417 della costituzione del 2008 redatta dai militari, che permette al titolare della sua carica di avere il pieno potere legale, giudiziario ed esecutivo per creare una dittatura istantanea, riporta Nikkei.

Il putsch di Min Aung Hlaing è stato incruento rispetto all’ultimo del 18 settembre 1988 che fece circa 500 morti dopo sei settimane di proteste pro-democrazia in cui altre 3.000 persone sono state uccise in tutta la nazione.

Ma chi è Min Aung Hlaing e su come potrebbe guidare il Myanmar, sono le domande principali per chi segue l’area. Nato nella città meridionale di Dawei nel 1956, Min Aung Hlaing ha studiato legge a Yangon prima di entrare all’Accademia dei Servizi della Difesa nel 1974 al suo terzo tentativo.

Il generale è noto per il suo stile di gestione degli affari: non ascolta nessuno e agisce autonomamente, riporta Nikkei. Nel 2016, Min Aung Hlaing ha posticipato il suo pensionamento di cinque anni. Era considerato un ufficiale insignificante fino a quando nel 2002 ha assunto un comando nello stato di Shan e ha impressionato il generale Than Shwe.

Ha combattuto nel 2009 contro gli insorti nella regione di Kokang che confina con la provincia cinese dello Yunnan. Than Shwe si è dimesso nel 2011, consacrando Min Aung Hlaing come nuovo generale comandante. In seguito ha sostenuto l’accordo di cessate il fuoco nazionale, un’iniziativa del presidente Thein Sein, che è stato firmato nel 2015 da quasi una dozzina di gruppi di insorti radicati.

Quel processo di pace è fallito sotto il governo civile di Suu Kyi e le ostilità si sono riaccese con gli antichi nemici etnici, compresi gli Shan e i Karen. Min Aung Hlaing ha diretto nell’agosto 2017, l’operazione di controinsurrezione che ha costretto oltre 740.000 Rohingya a fuggire dal Rakhine verso il Bangladesh.

Il suo rapporto con Aung San Suu Kyi si crede non sia mai stato buono, anche se inizialmente è stato presentato come cordiale e collaborativo. Le incomprensioni sono venute fuori sulle proposte di modifica della costituzione: gli incontri regolari tra i due si sono interrotti nel 2018; tuttavia, alla fine del 2019, Suu Kyi ha difeso senza successo i militari dalle accuse di genocidio alla Corte internazionale di giustizia dell’Aia.

Il pretesto del golpe è un presunto errore nelle liste elettorali nelle elezioni di novembre, ma si pensa sia la sia volontà, frustrata, di diventar presidente dopo aver raggiunto l’età pensionabile, 65 anni, nel luglio di quest’anno. Alle recenti elezioni ilpsuoi partito però ha ottenuto un decimo dei seggi rispetto a quello di Suo Kyi.

Anche se le dichiarazioni ufficiali riportano come durata della sospensione democratica quella di un anno, i precedendo non lasciano ben sperare. Recenti dichiarazioni ufficiali alludevano ad assicurare una pace duratura come precondizione per il ritorno al governo civile che però potrebbe richiedere decenni per essere raggiunta.

Luigi Medici