MYANMAR. Daesh nel Rakhine segue il metodo filippino di Marawi: vuole prendere un territorio

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Tra i rischi collegati all’attuale situazione politica del Myanmar, spicca quello terroristico e il gruppo jihadista della regione birmana di Rakhine, Katiba al-Mahdi fi Bilad al-Arakan, sta lumeggiando la regione del Myanmar come la prossima terra di hijrah e jihad. Per molti anni, lo stato centrale e l’esercito del Myanmar hanno condotto una lunga lotta contro le popolazioni minoritarie dello stato di Rakhine, precedentemente noto come Arakan, in particolare l’etnia Rohingya, prevalentemente musulmana.

Questa storia di discriminazione e violenza ha provocato una serie di lotte dei mujahidin contro lo stato centrale: dal 1947 al 1954, guidata dalla Lega Musulmana del Nord Arakan, che aveva intenti indipendentisti; nel 1957 la gran parte dei combattenti si arrese e tutto si esaurì, riporta The Diplomat.

Da allora, una serie di gruppi militanti hanno sostenuto le cause pro-Rohingya: il Partito di Liberazione Rohingya e il suo braccio armato, l’Esercito di Liberazione Rohingya; il Fronte di Indipendenza Rohingya-Fronte Patriottico Rohingya; l’Organizzazione di Solidarietà Rohingya; il Fronte Islamico Arakan Rohingya; l’Organizzazione Nazionale Arakan Rohingya; Harakah al-Yaqin-Arakan Rohingya Salvation Army, Arsa.

L’attuale diaspora rohingya, soprattutto nei campi profughi, offre un terreno fertile per i gruppi estremisti. Il gruppo Katiba al-Mahdi fi Bilad al-Arakan è emerso per la prima volta nel novembre 2020, ultimo gruppo jihadista rohingya a sostenere cause anti-Myanmar e pro-Rohingya. La Katiba, il cui nome si traduce come Brigata di al-Mahdi nello Stato di Rakhine, si è presentata come parte della lotta islamista globale.

Si distingue dai precedenti gruppi jihadisti locali in primo luogo, si definisce apertamente con il termine katiba o “brigata militare”; in secondo luogo, è parte dello Stato islamico nel Khorasan, cioè Asia meridionale; in terzo luogo, ha giurato fedeltà al leader dello Stato Islamico, Abu Ibrahim al-Hashemi al-Qurashi, riconosciuto e pubblicato nel novembre 2020 della rivista Sawt al-Hind (La voce di Hind), voce mediatica riconoscibile dello Stato Islamico; quarto, si propone come il “salvatore” dei Rohingya, con l’uso della figura escatologica islamica di al-Mahdi.

Significativa è la descrizione fatta del Rakhine come “terra di hijrah e jihad”, per mobilitare i combattenti stranieri contro il Myanmar.

Le idee della Katiba sono state elaborate nel primo numero della rivista tematica di Daesh, 40 pagine, pubblicata alla fine del 2020 intitolata Arkan – A Call to Hijrah, pubblicata da Arrukn Media Center, in cui si illustrano i fondamenti della vera fede, per Daesh, esattamente come fu fatto per la Siria e l’Iraq, e si chiede di andare nel Rakhine per combattere gli infedeli: l’emiro della Katiba, Abu Dawwud al Arakani, ha invitato i musulmani «a fare l’hijrah a Bilad al-Arakan» per combattere tuto ciò che impuro. Suoi obiettivi sono: la popolazione buddista e lo stato del Myanmar; inoltre la Katiba condanna l’Arsa definendolo un nemico perché “nazionalista”, esattamente come Daesh ha fatto in altre aree geografiche in cui ha operato con i movimenti politici locali. Per i mujahidin locali, la rivista è la summa dell’Islam secondo Daesh; un semplice vademecum per arruolare nuovi combattenti.

L’appello della Katiba alla hijirah è la seconda chiamata di Daesh nella regione attraverso una simile strategia, dopo Marawi, Filippine. Se il Rakhine diventasse effettivamente terra di hijirah, data la sua posizione, darebbe anche ai combattenti stranieri un ingresso nel sud e sud-est asiatico, altre “terre di jihad” in Asia, e anche verso Africa e Medio Oriente.

Allo stato dei fatti che tipo di minaccia rappresenti per il Myanmar, e come potrebbe collegarsi con i jihadisti dell’area, è questione ancora sconosciuta, dato il peggioramento della situazione politica interna in Myanmar.

Antonio Albanese