MYANMAR. Continua la fuga dei Rohingya dal Rakhine

348

Centinaia di rohingya continuano a fuggire dallo Stato di Rakhine del Myanmar verso il Bangladesh nonostante l’accordo di rimpatrio tra i due paesi. Più di 688 mila Rohingya sono fuggiti dalle città di Maungdaw, Buthidaung e Rathedaung nel Rakhine settentrionale in seguito alla repressione militare di Myanmar nell’agosto 2017.

Da Buthidaung e Rathedaung sono fuggiti in Bangladesh ogni giorno 40-100 persone nelle ultime settimane. «La gente si sente insicura e lotta per la sopravvivenza quotidiana perché è difficile andare in fattoria o pescare», riporta UcaNews. Vi sono scarse prospettive che i rohingya ritornino nel Rakhine dal Bangladesh, stante la scarsa sicurezza.

Circa 850 persone provenienti da 12 zone di Buthidaung sono arrivate a Dawdu Tharya Creek per andare in Bangladesh il 28 gennaio, secondo il ministero dell’Informazione del Myanmar il 5 febbraio.

Amnesty International ha pubblicato un rapporto l’8 febbraio su come la campagna delle forze di sicurezza del Myanmar contro la popolazione rohingya nel nord dello Stato di Rakhine sia lungi dall’essere finita. Amnesty ha pubblicato nuove prove delle continue violazioni che hanno costretto altre centinaia di persone a fuggire nelle ultime settimane.  Alla fine di gennaio, Amnesty ha detto di aver intervistato 19 uomini e donne rohingya appena arrivati in Bangladesh, che hanno descritto come fame forzata, rapimenti e saccheggi li abbiano spinti a fuggire.

Secondo un accordo siglato lo scorso novembre, il Myanmar avrebbe dovuto iniziare ad accogliere i rifugiati Rohingya dal Bangladesh in due centri di accoglienza e in un campo temporaneo vicino a Maungdaw, nel nord di Rakhine, a partire dal 23 gennaio per poi proseguire nei prossimi due anni. Tuttavia, il piano è stato ritardato in quanto il Bangladesh deve ancora completare gli accordi.

I funzionari del Myanmar hanno ripetutamente affermato che tutti i preparativi sono stati fatti e sono pronti ad accogliere i rifugiati. Il 6 febbraio scorso, il consigliere per la Sicurezza del Myanmar Thaung Tun ha guidato una delegazione di diplomatici provenienti da Cina, Singapore e India, funzionari dell’ambasciata del Bangladesh e il coordinatore umanitario e rappresentante Onu Knut Ostby nelle strutture per i rifugiati vicino a Maungdaw.

Ostby ha detto più tardi su Twitter che le Nazioni Unite e l’Unhcr hanno la capacità, le migliori pratiche e l’esperienza per aiutare i due paesi nel rimpatrio e nell’affrontare le cause alla radice della crisi in Rakhine.

I ministri degli Esteri dell’Asean hanno dichiarato il 6 febbraio che attendono con impazienza il rapido avvio del ritorno volontario degli sfollati in Myanmar «in modo sicuro e dignitoso» senza indebiti ritardi.

«I ministri hanno sottolineato la necessità di trovare una soluzione globale e duratura per affrontare le cause profonde del conflitto e creare un ambiente favorevole affinché le comunità colpite possano ricostruire la loro vita», si legge nel comunicato Asean.

Maddalena Ingrao