MYANMAR. Al via nuove offerte on shore e off shore per il gas

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Il governo del Myanmar dovrebbe annunciare nuove importanti offerte per l’esplorazione del gas naturale, tra cui 15 blocchi offshore e 18 blocchi onshore, nel tentativo di dare al settore un’iniezione di capitale. Ma mentre un nuovo accordo di esplorazione firmato il mese scorso tra la Mprl E&P Company del Myanmar, la francese Total e l’australiana Woodside Energy hanno dato al settore un enorme impulso, gli investitori sono ancora diffidenti sulla direzione politica.

La vendita di gas offshore rappresenta la più importante fonte di entrate governative in Myanmar, in particolare attraverso le esportazioni verso la vicina Cina e la Thailandia. Nel 2017-18, le spedizioni di gas naturale hanno rappresentato 3,1 miliardi di dollari, pari a circa la metà dei ricavi totali delle esportazioni del Paese. Il Fondo Monetario Internazionale stima che la crescita economica del Myanmar abbia raggiunto il 6,5% nel 2018-19, trainata in gran parte dalle forti esportazioni di gas e dalle spedizioni di capi d’abbigliamento, nonostante i venti contrari dell’economia globale, riporta Asia Times.

Questi ricavi, tuttavia, hanno avuto un prezzo. Le industrie estrattive e gli investimenti nel settore energetico in Myanmar sono storicamente intrecciati a conflitti etnici, con gruppi minoritari che richiedono un maggiore controllo e beneficiano di risorse naturali localizzate nelle loro aree. Il governo del Myanmar non ha un sistema di condivisione delle entrate per lo sfruttamento del petrolio e del gas o di altre risorse estratte con gli Stati e le regioni, un ostacolo fondamentale per il raggiungimento di un accordo di pace nazionale.

Nel frattempo si profila all’orizzonte una carenza di energia. La produzione dei quattro giacimenti offshore esistenti in Myanmar, che rappresentano oltre il 90% della produzione totale di gas, è destinata a diminuire. La produzione di gas da questi giacimenti offshore diminuirà da circa 1,9 miliardi di metri cubi standard arrivando a meno di 100 milioni nel 2040, secondo uno studio del 2018 dell’Economic Research Institute for ASEAN and East Asia, think tank di Giacarta.

Questo declino ha reso lo sviluppo di nuovi giacimenti offshore ancora più importante in quanto la domanda interna di gas in Myanmar è aumentata con il crescente fabbisogno di energia elettrica per alimentare l’economia.

Il governo aveva originariamente previsto di indire un nuovo ciclo di gare d’appalto internazionali per le concessioni di gas l’anno scorso, ma è stato ritardato perché il Ministero ha voluto far passare prima una nuova legge sul petrolio per governare il settore.

La gara d’appalto dovrebbe svolgersi quest’anno con il rilascio di 15 blocchi offshore e 18 blocchi onshore. Sarà la gara inaugurale sotto Suu Kyi e la prima dal 2013-14, quando l’allora presidente Thein Sein ha assegnato 16 blocchi onshore e 20 offshore in un periodo di 12 mesi. Se l’offerta di Suu Kyi avrà lo stesso successo di quella di Thein Sein, tuttavia, dipenderà probabilmente dalla volontà del suo governo di riformare il suo attuale modello di contratto di condivisione della produzione (PSC), pesante e poco trasparente dal punto di vista fiscale.

La nuova tornata di offerte dovrebbe basarsi su un contratto modello riveduto per contribuire a massimizzare le entrate e garantire la trasparenza, ha detto il Fmi.

Luigi Medici