MONTENEGRO. Governo al lavoro per fermare una rete di spionaggio russa nel paese

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Il 29 settembre il governo del Montenegro ha rivelato che nel paese sono in corso una serie di raid per sventare una presunta rete di spionaggio per conto di una “organizzazione criminale internazionale”. O almeno, sono queste le parole utilizzate da Vukas Radonijć, un rappresentante della Procura speciale montenegrina.

Al termine di un incontro con i rappresentanti delle forze di polizia, il premier uscente Dritan Abazović ha comunque sottolineato che le azioni in corso sarebbero state preparate in cooperazione con i partner internazionali di Podgorica. Il Montenegro è membro della Nato dal 2017; proprio la settimana scorsa, il primo ministro è stato in visita ufficiale negli Stati Uniti, dove ha incontrato il presidente Biden. Al momento, comunque, Abazović non ha parlato di un possibile legame tra l’incontro con il capo della Casa Bianca e i raid in corso.

Al momento, sei diplomatici russi sono stati espulsi dal Montenegro per “attività contrarie alla Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche”. Balkan Insight riporta che la polizia avrebbe anche fermato trenta cittadini russi con permessi di residenza temporanei e due cittadini montenegrini sospettati di lavorare per conto dell’intelligence russa.

Le accuse di Podgorica nei confronti del Cremlino non sono una novità della guerra in corso in Ucraina. Già del 2016 il governo del Montenegro denunciò la Russia di Putin di aver preso parte ai piani per un tentativo di colpo di stato che avrebbe impedito al paese di entrare a far parte della Nato. Solo lo scorso 27 agosto, invece, i rappresentanti della sicurezza nazionale denunciarono la Russia come principale responsabile di una serie di attacchi informatici alle reti del governo (la pubblica amministrazione locale fu persino costretta a lavorare offline per più di un mese).

Secondo le repliche della portavoce del ministero degli Esteri russo Marija Zakharova, le accuse del Montenegro non sarebbero altro che una parte dei “continui tentativi di azzerare i rapporti con Mosca per compiacere gli Stati Uniti”.

Carlo Comensoli