MONGOLIA. Ulaanbataar sceglie Starlink. Pechino si stranisce

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La recente decisione della Mongolia di adottare i servizi internet Starlink di SpaceX sta suscitando preoccupazioni per la sicurezza al di là del confine con la Cina, sia come potenziale minaccia militare sia come possibile modo per aggirare il Grande Firewall, cioè la censura di Pechino, sui siti web stranieri percepiti come “dannosi”.

Il 6 luglio, la Commissione di regolamentazione delle comunicazioni della Mongolia ha rilasciato licenze speciali per SpaceX, fondata dal magnate miliardario americano Elon Musk, per operare come fornitore di servizi utilizzando satelliti in orbita bassa e per Starlink per fornire servizi Internet nel Paese, riporta AT.

La decisione, che fa parte della trasformazione digitale in atto nel Paese e della New Recovery Policy, è stata annunciata prima dell’annuale Mongolia Economic Forum 2023, tenutosi il 9-10 luglio.

«Una rete di cavi in fibra ottica fornisce già un ampio accesso a Internet ad alta velocità in tutta la Mongolia» ha dichiarato il 7 luglio il ministro dello Sviluppo digitale e delle comunicazioni Uchral Nyam-Osor.

«Ma la tecnologia di Starlink fornirà un accesso maggiore alle aree del Paese più difficili da raggiungere. I pastori, gli agricoltori, le imprese e i minatori che vivono e lavorano in tutto il nostro vasto Paese potranno accedere alle informazioni provenienti da tutto il mondo e utilizzarle per migliorare le loro vite», ha dichiarato il Ministro.

Attualmente, i cittadini cinesi non possono accedere ai siti web stranieri bloccati dal progetto Golden Shield, noto anche come “Great Firewall of China”, a meno che non utilizzino delle Vpn. La Cina non ha adottato i servizi internet di Starlink per motivi di sicurezza nazionale.

Alcuni opinionisti cinesi hanno una visione allarmistica della decisione mongola di usare la rete satellitare di Elon Musk, in quanto capace di rompere proprio la Grande Muraglia Virtuale cinese, poiché non è possibile bloccarne l’uso con una “linea di confine”.

Anche se Starlink ha promesso di non oltrepassare il limite, ha già pianificato di fornire servizi in Mongolia e Pakistan, paesi vicini rispettivamente alle regioni cinesi della Mongolia interna e dello Xinjiang, regioni effervescenti e dalla grande valenza strategica. Il rischio temuto è semplice: se in uno dei due paesi vicini si verificano eventi sociali destabilizzanti, le relative notizie possono influenzare la popolazione cinese attraverso i servizi di Starlink. Infatti, grazie ai servizi autonomi di Starlink, i Paesi che ne usufruiscono non possono decidere di interrompere i servizi Internet in tali situazioni e quindi le notizie filtrerebbero anche nelle regioni cinesi.

Lucia Giannini

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