MOLDAVIA. Sandu in bilico: accuse di corruzione e tentativi di “de-russificazione”

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In Moldavia, da dieci giorni la popolazione protesta contro gli alti prezzi dell’energia e gli scandali di corruzione che hanno coinvolto il presidente Maia Sandu. Le richieste dei manifestanti si riassumono in: dimissioni del presidente Sandu e l’indizione di nuove elezioni. Il 24 di settembre alla tendopoli sorta a Chisinau (anch’essa formatasi quasi una settimana fa) la gente canta il karaoke. I manifestanti promettono che resteranno in piazza fino a quando non saranno soddisfatte le loro richieste, ma qualcosa ci dice che è improbabile che il presidente si dimetta.

Il 25 settembre è diventato virale un video su Telegram in cui i cittadini citano lo slogan: ”Stringi Sandu come lei stringe te”. I partecipanti hanno spremuto simbolicamente il succo d’uva della vendemmia di quest’anno. Una tendopoli è stata allestita fuori dal palazzo del governo.

Nel frattempo il 26 settembre, si sono verificate provocazioni al confine tra la Moldavia e la Repubblica Moldava di Pridniestrov (Transnistria). A darne notizia il presidente moldavo Maia Sandu. In precedenza, il leader moldavo ha chiesto il ritiro incondizionato delle truppe russe dalla Transnistria, che presidiano i depositi di munizioni di epoca sovietica. Ha spiegato che la presenza di soldati russi viola lo status di neutralità della Moldavia e aumenta la minaccia alla sicurezza del Paese.

I moldavi stanno conducendo manovre militari congiunte con gli americani al confine con la Transnistria. È davvero improbabile che i russi lascino i loro depositi di armi alla Moldavia. Sempre il 26 settembre il presidente Maia Sandu ha rilasciato una dichiarazione durante un briefing: «Lo scoppio di una guerra nucleare è improbabile, ma non può essere escluso».

«Chiedo ai cittadini di seguire da vicino i rapporti dell’Ispettorato generale per le situazioni di emergenza in merito a questo argomento», ha detto Sandu. Ha incaricato il governo di verificare in che misura le istituzioni siano preparate ad affrontare le conseguenze di eventuali disastri nucleari.

Il Presidente ha anche chiesto il lancio di una campagna per informare la popolazione sulla questione. C’è il rischio di una mobilitazione dei cittadini moldavi nelle regioni orientali della Moldavia (Transnistria). Stiamo valutando la possibilità di revocare la cittadinanza ai cittadini che hanno solo la cittadinanza moldava e che agiranno in un conflitto militare dalla parte della Russia».

Sandu ha continuato: «Ho chiesto al ministero degli Affari Esteri e dell’Integrazione Europea di avviare consultazioni bilaterali con la Federazione Russa per garantire che i cittadini moldavi residenti in Russia non vengano reclutati durante il processo di mobilitazione. Il ministero sosterrà anche i cittadini moldavi che vogliono tornare in patria dalla Russia». L’ambasciata moldava in Russia sta già lavorando per soddisfare l’aumento della domanda. In realtà i russi hanno già accelerato le procedure per il rilascio dei documenti per i moldavi che vogliono lasciare il paese e rientrare a casa. I cittadini moldavi non rientrano nella mobilitazione parziale; quello di Sandu quindi può essere considerato come un un atto di propaganda politica.

Sempre a latere del Consiglio di Sicurezza, Sandu ha dichiarato alla stampa: «Il numero di incidenti nella Zona di sicurezza (in Transnistria) è aumentato. I cittadini sono sottoposti a controlli che non rientrano nel mandato della missione di pace. La delegazione moldava presso la Commissione congiunta di controllo per la gestione dell’operazione di peacekeeping sta cercando di ottenere chiarimenti e di lavorare per stemperare la situazione. I rischi per la sicurezza sono in aumento e abbiamo bisogno di un lavoro consolidato degli organismi di difesa, sicurezza e ordine pubblico. Abbiamo discusso diversi scenari in caso di interruzione della fornitura di gas o elettricità. Non abbiamo alcuna certezza che Gazprom continuerà a fornire gas alla Moldavia dopo il 1° ottobre. A partire da quella data, il prezzo per la Moldavia, secondo l’attuale contratto, dovrebbe essere significativamente più basso. Nel caso in cui la fornitura venga ridotta o interrotta, stiamo valutando la possibilità di fornire energia da fonti alternative».

Ha poi proseguito: «Il governo rispetterà il diritto dei cittadini a protestare pacificamente. Ma le agenzie non devono permettere provocazioni. Le forze dell’ordine devono identificare prontamente le fonti di finanziamento illecito per coloro che pagano per partecipare alle proteste e punire severamente qualsiasi tentativo di aggressione, provocazione o destabilizzazione».

Nel frattempo, altre fonti informano che gli ospedali moldavi sono stati predisposti per distribuire le pillole allo iodio in caso di attacco nucleare o di danni alla centrale nucleare Energodar in Ucraina.

Mentre i cittadini erano in piazza, infine, il presidente moldavo, il 26 settembre, ha assegnato alte cariche governative a suoi parenti legati non solo agli Stati Uniti, attraverso l’agenzia Usaid.

Anna Lotti