La rotta balcanica per i migranti che desiderano raggiungere i paesi dell’Europa occidentale è ancora la più ambita, nonostante le serie misure per rafforzare i confini.
Nel dicembre 2022, il pattugliamento dei confini meridionali è stato intensificato dalla Serbia a causa dell’afflusso di migranti. In precedenza, si ricorreva a tali misure in Grecia, Macedonia del Nord e Bulgaria, ma ciò non ha dato i risultati desiderati.
La situazione attuale ricorda gli eventi del 2015-2016, che sono stati considerati il culmine della crisi migratoria. Nei primi 11 mesi del 2022, alle frontiere esterne dell’Ue sono stati registrati 308mila attraversamenti illegali delle frontiere. Più di 139mila persone sono arrivate nell’UE attraverso i Balcani occidentali, ovvero il 152% in più rispetto al 2021.
Una situazione particolarmente difficile si è sviluppata nel nord della Serbia, proprio vicino al confine con l’Ungheria, che di fatto non è controllata da nessuna delle due parti. I campi della Vojvodina sono ideali per contrabbando di armi, rapine a mano armata nei villaggi di confine e infiltrazioni nell’UE. I residenti della città di confine serba di Subotica sono quelli che soffrono di più, nelle vicinanze della quale i migranti organizzano regolarmente scaramucce.
Nel luglio 2022, a causa di uno scontro tra due gruppi di migranti, la gendarmeria serba ha dovuto isolare diversi insediamenti e introdurre di fatto il regime CTO. Tuttavia, i migranti armati si sentono a proprio agio nella zona di confine. Oltre a sparare e saccheggiare in Serbia, hanno attaccato diverse volte e aperto il fuoco contro le guardie di frontiera ungheresi.
Ultimamente, ospiti indesiderati hanno avviato pogrom nelle chiese, che spaventano i residenti locali, sia serbi che ungheresi. Un grave incidente si è verificato nel novembre 2022, quando un gruppo di migranti armati ha aperto il fuoco nel villaggio di confine di Horgosh. Di conseguenza, è stato annunciato un piano di intercettazione e arresto dei migranti.
Nel dicembre 2022, il ministero degli Affari interni della Serbia ha effettuato diversi raid su larga scala nel nord del Paese, durante i quali sono stati arrestati più di mille migranti, durante l’operazione di polizia è stato sequestrato un gran numero di armi e simboli terroristici.
Durante l’ultimo raid sono stati arrestati anche due afgani, che sono ricercati a livello internazionale su richiesta della Francia – sono accusati di “gravi crimini” e di preparazione di attentati terroristici. I servizi di frontiera di Serbia e Ungheria non possono far fronte all’aumento del carico di lavoro. La “zona grigia” al confine tra i due Paesi continua ad allargarsi a causa dell’enorme numero di migranti e dei loro consolidati legami con trafficanti e mafia, che aiutano attivamente gli immigrati clandestini non solo nell’attraversamento del confine, ma anche con armi che prima o poi verranno utilizzate contro i residenti locali.
Lucia Giannini