MESSICO. Operazione militare congiunta con il Guatemala contro l’immigrazione irregolare

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Le autorità messicane e guatemalteche sabato 27 marzo hanno dato disposizione di avviare un’operazione militare congiunta, su entrambi i lati del confine, per fermare i gruppi di migranti. La motivazione è duplice: cercare di evitare di alimentare ulteriormente la diffusione del COVID-19 e prevenire la tratta di esseri umani. La notizia è stata riportata da DW News.

In una dichiarazione congiunta, entrambi i governi hanno ribadito il loro impegno a «lavorare insieme per rafforzare la gestione della migrazione e la barriera sanitaria sul confine comune».

L’operazione militare per schermare il confine e promuovere una migrazione “ordinata” è stata coordinata da entrambi i governi sul ponte Rodolfo Robles, che collega lo stato messicano del Chiapas al Guatemala. La strategia ha visto un dispiegamento nelle città di Tapachula (Messico), Chiapas e Tecún Umán, Dipartimento di San Marcos, con la partecipazione di oltre 400 elementi del National Migration Institute (NMI), della Guardia Nazionale, della Segreteria della Difesa Nazionale (Sedena), della Segreteria della Marina (Semar), come così come l’Istituto guatemalteco per la migrazione, la polizia civile nazionale e l’esercito guatemalteco.

All’evento tenutosi presso il ponte i funzionari di entrambi i paesi hanno sottolineato l’importanza della collaborazione bilaterale per affrontare i flussi migratori in tutte le loro dimensioni, in particolare le sfide legate alla migrazione irregolare e massiccia, alla sicurezza, alla lotta globale contro il traffico di migranti e la tratta di esseri umani.

Vincente Antonio Hernández, Comandante della 36esima zona militare di Tapachula, ha spiegato: «Non si tratta di ostacolare o limitare, si tratta di proteggere. Poiché la migrazione è permanente, deve essere resa sicura e regolamentata, quindi limiteremo tutte le attività migratorie non essenziali. Tutto ciò che non è essenziale sarà limitato e al momento dell’ingresso nel paese verrà controllato lo stato di salute di ciascuna persona. L’intenzione è che non ci sia una migrazione irregolare a causa della presenza di questo virus, poiché sono coinvolte la sicurezza messicana e la salute del Paese. Verranno mantenuti posti di blocco fissi per l’immigrazione e saranno effettuati pattugliamenti per fermare tutte le attività non essenziali, sia nei punti formali che informali lungo il confine meridionale».

Il Capo dell’NMI messicano, Francisco Garduno, ha dichiarato: «Nel caso del Messico, il dispiegamento è stato coordinato dall’NMI come parte delle sue operazioni per salvaguardare i diritti e l’integrità dei migranti di diverse nazioni centroamericane, in particolare dei minori. Le reti criminali dei trafficanti di esseri umani hanno venduto loro l’illusione di poter raggiungere il confine con gli Stati Uniti senza rischi. Ecco perché stiamo rafforzando la nostra presenza nello stato del Chiapas meridionale, per impedire che bambini e adolescenti vengano usati come ‘passaporti’ per raggiungere il confine. Le operazioni di sorveglianza 24 ore su 24 continueranno lungo l’intero confine meridionale del Messico, così come su autostrade e linee ferroviarie per mantenere un flusso migratorio regolare, comprese le precauzioni sanitarie contro il COVID-19».

L’accresciuta vigilanza ai valichi di frontiera formali e informali lungo il fiume Suchiate arriva a seguito dell’identificazione da parte dell’NMI, da gennaio al 25 marzo, di 34.993 migranti irregolari, 7.643 persone in più rispetto allo scorso anno. Solo sul confine meridionale il Messico ha “salvato” più di 6.000 bambini non accompagnati.

In Guatemala, il dispiegamento è avvenuto nella città di confine di Tecún Umán, con la partecipazione dell’Istituto guatemalteco per le migrazioni, della Polizia civile nazionale, dell’Esercito e del governo del Dipartimento di San Marcos.

L’operazione militare congiunta coincide anche con il preludio all’arrivo dei primi 1,5 milioni, su un totale di 2,7 milioni, di vaccini AstraZeneca che gli Stati Uniti forniranno al Messico a seguito di una trattativa avvenuta tra i presidenti Andrés Manuel López Obrador e Joe Biden.

Il Direttore dell’Istituto guatemalteco per le migrazioni (IGM), Guillermo Díaz, parlando delle difficoltà che sta vivendo il Paese a causa della pandemia e del transito irregolare dei migranti, ha detto: «Bisogna riconoscere che il Guatemala è un paese di transito e non di destinazione, e in quanto tale si preoccupa della salute di chi viene, ma anche di quella dei vicini messicani».

A confermare la difficile situazione è stato anche il Ministro degli Affari Esteri Eduardo Hernández, che ha ammesso che il Paese dovrà affrontare un nuovo massiccio flusso di persone che richiederà la presenza delle autorità per “dissuadere, assistere e mettere in sicurezza i migranti. La criminalità organizzata transnazionale rappresenta una seria minaccia per il nostro Paese, che abbiamo il dovere di proteggere”.

Entrambi i governi hanno indicato che continueranno a lavorare insieme «per rafforzare il dialogo e la cooperazione in materia di migrazione e trasformare il confine comune in uno spazio di prosperità e sviluppo».

Coraline Gangai