MESSICO. Il Cartello fa scappare Coca Cola e Pepsi

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I messicani sono tra i più grandi bevitori di bevande analcoliche al mondo, quindi i residenti della città di Ciudad Altamirano sono stati duramente colpiti quando prima Coca-Cola e poi Pepsi hanno chiuso i centri di distribuzione, viste le pesanti richieste di estorsione.

PepsiCo Mexico ha dichiarato che: «Il nostro imbottigliatore Grupo Gepp ha preso la difficile decisione di sospendere le sue operazioni a Ciudad Altamirano, perché non esistevano le condizioni necessarie per distribuire i suoi prodotti. PepsiCo rispetta la decisione». Il governo sta ancora indagando sul perché l’impianto sia stato chiuso, riporta Ap.

L’estorsione è stata la ragione per cui l’impianto della Coca-Cola è stato chiuso a marzo. La Coca-Cola Femsa ha affermato che a gennaio i dipendenti di Ciudad Altamirano «hanno iniziato a ricevere minacce e attacchi costanti da parte della criminalità organizzata», facendo riferimento ai cartelli della droga. All’epoca, Femsa lamentava «una mancanza di stato di diritto e la prevalenza dell’impunità» nell’area, che è stata a lungo dominata dal cartello dei Cavalieri Templari. Il cartello, originario dello stato confinante di Michoacan, si è frammentato e l’affiliata locale ha apparentemente formato un’alleanza con il ramo locale della banda La Familia.

Il racket locale permette solo a due compagnie di autotrasporti di portare le bibite da due città vicine a prezzi del 50% più alti. I negozi locali possono acquistare solo da quelle aziende. Se provano a fare acquisti all’esterno, il materiale viene confiscato ai checkpoint della banda sulle autostrade che portano in città.

Questa chiusura ha creato un’atmosfera di “dolore e disperazione” in città perché il cartello ha estorto denaro da tutte le attività locali per anni sotto forma di pagamenti di protezione.

La rete di estorsione è diventata così vasta che il cartello ha recentemente inviato ai rivenditori e ai proprietari di negozi un messaggio che diceva che l’anno prossimo non avrebbe più richiesto pagamenti da loro, perché molti dei prodotti alimentari e snack che stavano vendendo, stavano già pagando il pizzo a livello di distributore.

Luigi Medici