MERCATO GLOBALE. Per vincere le sfide economiche internazionali occorre il sostegno politico

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Incontriamo Fabio Desideri, 61anni, presidente di Confimprese World, federazione di piccole e medie imprese italiane, particolarmente attive e vocate all’internazionalizzazione ed alla competizione nel mercato globale; amministratore di uno dei primi esempi in Italia di hub-business center privato per lo sviluppo delle PMI nei mercati internazionali; già sindaco di uno dei più grandi comuni della provincia di Roma; è stato anche presidente dell’Osservatorio sulla Sicurezza e Criminalità della Regione Lazio, nonché consigliere regionale del Lazio.


Insomma presidente, dopo il periodo universitario una vita tra professione, politica ed imprenditoria. Progetti per il futuro?
Bella domanda. Se potessi essere un pochino spiritoso direi turismo internazionale, mare, itinerari culturali e gastronomici. Immagino però che questa non sia la risposta che si attendeva, quindi dovrò essere inevitabilmente più serio.

Lei dott. Desideri, in varie occasioni pubbliche e più volte, parlando di economia e competitività delle nostre aziende nel mondo, non ha mancato di sottolineare la necessità di un maggiore sostegno delle istituzioni italiane, verso le nostre imprese che affrontano i mercati internazionali, cosa dovrebbe fare il governo Meloni in questa direzione?
Credo che il Governo Meloni abbia già dimostrato grande attenzione su questo tema, la nomina del Ministro Antonio Tajani agli Esteri, anche per la sua esperienza di commissario europeo prima e successivamente di presidente del Parlamento europeo, rappresenta una garanzia sui temi del supporto alla competitività internazionale delle nostre imprese, nonché sulla priorità di un più forte  accompagnamento istituzionale – nel rispetto della libera concorrenza – nei mercati internazionali, delle nostre aziende. La parte più complessa che il Governo ed il neo ministro per lo Sviluppo Economico, Adolfo Urso, dovranno affrontare, sarà il coordinamento delle varie iniziative regionali, riguardanti i suddetti temi, al fine di rendere più coesa ed armonizzata la sinergia: Governo, Regioni, Imprese, Camere di Commercio, ICE, Simest, Sace, Sistema Bancario nonché con tutti gli altri attori del settore.

Un quadro decisamente interessante e complesso allo stesso tempo. Con queste prospettive, dott. Desideri, la Regione Lazio diventa anche una priorità per il nuovo Governo Italiano?
La concomitanza di tutte queste situazioni creano una condizione più unica che rara nella Regione Lazio. Le procedure, i tempi di realizzazione di tali opere, la disponibilità limitata nel tempo dei fondi necessari, la vicinanza dei tempi degli eventi e tante altre concause fanno sì che, inevitabilmente, il nuovo presidente della Giunta Regionale, nonché il nuovo Consiglio Regionale, debbano ricercare ed attuare grandi sinergie con il Governo Nazionale ed i due rami del Parlamento Italiano; tutto ciò è particolarmente necessario sia nell’interesse dei cittadini, sia al fine di rispettare i tempi di realizzazione e di completamento delle opere previste. Questa è una sfida che per essere vinta deve avere alla base una grandissima interazione tra i diversi mondi interessati a tali trasformazioni, quindi tra: istituzioni, cittadini, associazioni di categoria, sindacati, mondi imprenditoriali, rappresentanti delle professioni etc… Solo una grande volontà comune e condivisa può far sì che queste grandi opportunità diventino un forte volano di trasformazione e miglioramento della qualità della vita dei cittadini del Lazio e dei turisti che visiteranno il nostro territorio.

Presidente, il turismo e la Regione Lazio sono sempre più un binomio imprescindibile, ci faccia capire meglio cosa è più urgente per questo settore vitale nell’economia regionale.
Il turismo è la principale industria del nostro territorio. Necessita però di importanti iniezioni di “supporto amministrativo”, diciamo così. Intendo dire che i dieci anni appena trascorsi si sono caratterizzati come un periodo di scelte rinviate e/o ritardate che hanno inciso negativamente su un settore già provato da enormi pressioni derivanti in modo importante anche dalla pandemia di Covid 19. La mobilità interna, tra le tante urgenze non rinviabili per il turismo, è forse quella più pressante ed è il problema più urgente da affrontare per il turismo nella nostra Regione. Non è più rinviabile rendere più facili gli spostamenti, soprattutto dall’hub portuale di Civitavecchia, dall’aeroporto di Fiumicino, dalle stazioni ferroviarie ed in particolare dai terminali delle linee a grande velocità, oggi per lo più attestate a Roma Termini, dalle altre quattro province (Rieti, Viterbo, Frosinone e Latina). Bisogna, inoltre, affrontare e risolvere il problema dei grandi bus turistici, della loro attestazione e del loro accedere sia al centro storico della capitale, nonché nei vicini centri storici dei comuni dell’hinterland, nonché alle altre quattro province del territorio regionale oggi per lo più escluse dai grandi flussi turistici organizzati; situazione incomprensibile e completamente differente rispetto a quanto accade in altre capitali europee. Insomma serve un nuovo piano, snello ed efficace, per semplificare la mobilità nel territorio regionale, la quale deve essere resa compatibile con le esigenze di chi lavora e trasporta merci e prodotti, con le esigenze di mobilità privata e con chi – per varie ragioni – opera in tale ambito, non tralasciando la mobilità elettrica ed i nuovi strumenti presenti nelle grandi città.

Dottor Desideri, affrontare con Lei questi temi richiede molto spazio che suddivideremo in diversi momenti. Risponda, se può, ad un’ultima domanda: circola voce che dopo oltre 12 anni di lontananza dalla politica regionale e nazionale lei possa tornare “in campo”, ci dice se questo corrisponde alla realtà?Chissà perché questa domanda un po’ birichina da Lei me l’aspettavo.
Proverò a risponderle. Il problema non è se tornare in campo o meno. Bensì capire se una legislatura di grandi opportunità sul piano regionale, come quella che tutti noi cittadini del Lazio ci accingiamo a vivere, possa avere una sinergia tra il mondo della politica – nel suo complesso – e le varie “articolazioni” presenti nella società civile, al fine di rendere maggiormente collaborative istituzioni e cittadini con l’obiettivo di far sì che queste grandi opportunità, cui ho in precedenza fatto cenno, creino una bella realtà di riqualificazione e ammodernamento di un territorio importante come quello della nostra regione. Se questa esigenza diventerà un “idem sentire” tra la politica e la società civile, allora si potrebbero creare le condizioni per la partecipazione concreta di tante donne e tanti uomini in grado di aggiungere conoscenze, competenze ed esperienze di cui una legislatura come la prossima – a mio giudizio – non può prescindere. Se la politica dimostrerà di avere tale disponibilità, allora credo che ognuno di noi debba essere pronto a fare la sua parte, se richiesta.

Manuela Biancospino