Tutti e sette i pozzi di gas trivellati finora dalla Turchia nel Mediterraneo orientale si sono rivelati antieconomici, ha dichiarato il ministro dell’Energia turco Fatih Donmez in un’intervista televisiva rilasciata il 23 settembre.
Nonostante l’assenza di riserve commerciali, Donmez ha dichiarato che tutti i pozzi trivellati fino ad oggi hanno fornito importanti informazioni sulla geologia dell’area e che la perforazione di un ottavo pozzo da parte della nave trivella Yavuz sta continuando.
Ha detto che l’operatore Tpao stava operando secondo un «programma di trivellazione a lungo termine» sia nel Mediterraneo orientale che nel Mar Nero e che altri pozzi sarebbero stati trivellati.
Come riporta S&PPlatts, la Yavuz si trova attualmente nel blocco 6 di Cipro, a sud-ovest dell’isola, mentre la seconda nave da trivellazione turca Yavuz continua a trivellare nel Mar Nero, dove il mese scorso ha fatto una scoperta di 320 Bcm al campo di Sakarya. La Turchia è stata condannata a livello internazionale per le sue esplorazioni al largo di Cipro, e l’Unione Europea sta valutando la possibilità di imporre nuove sanzioni contro Ankara a causa del suo programma di trivellazione.
La Turchia non rende noti i dettagli delle operazioni di trivellazione, ma si ritiene che la nave abbia trivellato almeno due pozzi in aree marine rivendicate sia da Cipro che dalla Repubblica Turca di Cipro del Nord, riconosciuta solo da Ankara. Si ritiene che la Yavuz abbia precedentemente perforato nel blocco 7 e nel blocco 9 di Cipro.
Donmez ha anche detto nell’intervista che Ankara non aveva in programma che Tpao assumesse un partner internazionale per aiutare a sviluppare il giacimento di gas di Sakarya nel Mar Nero. Tuttavia, ha detto che la Turchia ha riconosciuto che Tpao non era in grado di sviluppare completamente il campo da sola e che aveva in programma di tenere gare d’appalto internazionali per esternalizzare “servizi” per il campo, suggerendo che sia la perforazione di pozzi che i test del gas potrebbero essere oggetto di gare d’appalto.
Donmez ha aggiunto che la produzione dal campo poteva essere condotta utilizzando una piattaforma galleggiante a causa della profondità dell’acqua sotto la quale si trova il campo. Ankara ritiene sia che il primo gas del giacimento possa essere consegnato ai clienti entro il 2023, sia che il gas prodotto dal giacimento possa essere “molto più economico” del gas importato.
Sottolineando che la domanda annuale di gas della Turchia può variare tra i 45 e i 50 Bcm a seconda delle condizioni climatiche invernali, Donmez ha affermato che, oltre al costo, anche la sicurezza dell’approvvigionamento è una considerazione importante per Ankara.
Antonio Albanese